Da Canterbury a Roma a piedi lungo la Francigena

Il racconto di chi lo ha fatto, Marco D

Mario Mancini
5 min readJun 27, 2023

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Copertina

Nelle losanghe: Marco D alla partenza (in alto) e all’arrivo (in basso) della sua impresa: a piedi da Canterbury a Roma lungo la via Francigena.
Seguendo i numeri: in Inghilterra: 1) di fronte alla Cattedrale di Canterbury dove inizia la via Francigena; 2) tra gli sterminati campi di colza; in Francia: 3) in una grande spiaggia nei dintorni di Calais; 4) sotto i resti dell’Abbazia del Mont-Saint-Éloi; 5) di fronte alla Cattedrale di Reims; 6) tra i vigneti dello Champagne con il Mulino di Verzenay; in Svizzera, 7) tra i vigneti terrazzati di Lavuax; 8) sosta con vista sul lago Lemano e lo Chateau di Chillon a Montreux; 9) dopo l’ascesa del durissimo Colle del San Bernardo (2473 m); finalmente in Italia 10) con Aosta in vista; 12) sulla Cisa mentre entra in Toscana; 12) su un tratto della Francigena in Val d’Orcia; 13) in Piazza San Pietro a Roma, caput mundi, termine dell’impresa. 70 giorni, 2200 chilometri in solitario.

Buon giorno e buon inizio settimana.

2200 km, 0 CO2

Marco D. lavora nella struttura adiacente al mio co-working, l’Impact Hub di Firenze (ex magazzini delle dogane). Qualche volta Marco, insieme al suo e nostro amico Alban, si unisce al gruppo di goWare durante la quotidiana pausa caffè intorno alle dieci e trenta del mattino.

So che è un camminatore solitario e un paio di mesi fa gli ho detto “quando fai due passi?”.

E lui è andato a piedi da Canterbury a Roma percorrendo in 70 giorni i 2200 chilometri della via Francigena.

Tre paia di scarpe

Ha consumato tre paia di scarpe da trekking da 150 euro cadauna. La suola a carro armato non c’era più.

È rientrato una settimana fa dopo 70 giorni di cammino solitario. Sembra che non sia ancora “stanchino” e ha già in mente i prossimi “due passi”.

Vorrebbe fare il Pacific Crest Trail (PCT), 4.270 chilometri lungo la cresta delle catene montuose della Sierra Nevada e della Cascade Range, da San Diego a Seattle. Attraverserà in solitario tre stati (California, Oregon, Washington), 7 parchi nazionali, montagne, deserti, foreste, fiumi e laghi e chi sa quanti altri paesaggi che sono stati in pochi a vedere.

Buona lettura

Marco D. dice di essere più bravo con le equazioni che con le parole. Ma con i piedi si faccia avanti chi vuole sfidarlo (senza competizione, ovviamente!).

Questo è il suo racconto della sgambata da Canterbury a Roma così come è uscito dalla sua penna, sì perché l’ha scritto a mano su un foglio della fotocopiatrice.

Il percorso della Francigena lungo il quale Marco D che, come i cavalieri di Pupi Avati (su Apple TV), ha fatto l’impresa.

Da Canterbury a Roma

di Marco D.

Pensieri

Come mai ho deciso di partire proprio adesso? Come mai ho scelto la via Francigena da Canterbury a Roma?

Non lo so, quello che so è che via via che si avvicinava la data di partenza crescevano mille domande. Ce la farò? È la scelta giusta?

La decisione di lasciare per così tanto tempo la famiglia, gli amici e le abitudini quotidiane per tuffarmi in un cammino di 2200 km ha fatto venire in me alcuni dubbi ma nello stesso tempo mi ha fatto crescere la voglia di mettermi sempre più alla prova.

Quello che era possibile pianificare, come la scelta delle scarpe e cosa mettere nello zaino, è stata gestito nel miglior modo possibile.

In Inghilterra

Sotto un sole primaverile al cospetto della Cattedrale di Canterbury è giunto il momento di partire. L’attesa è stata spasmodica ma ora devo solo cominciare, camminare e vivere il cammino.

Il primo giorno non si scorda: con lo zaino sulle spalle mi sono incamminato per il verde Kent che mi avrebbe condotto al mare.

Breve è stato il cammino in terra inglese al contrario della sconfinata Francia dalle scogliere a picco sul mare del Nord di Calais passando per campi infiniti coltivati a colza sempre più gialli.

In Francia

Via via che i chilometri scorrevano sotto i miei piedi, le giornate trascorrevano al ritmo del sole. I giorni passavano. Passavano anche davanti a me le prime città come Arras e la splendida Reims, avvolta nelle brume della campagna dello Champagne.

Sempre solo lungo il mio cammino, alle volte ho trovato dimora e conforto nelle famiglie francesi che fanno accoglienza pellegrina donativa.

Le salite iniziano a fare la prima comparsa e, senza accorgermene, sono già in Svizzera e davanti a me si presentano le Alpi.

In Svizzera

Ebbene sì il tanto temuto colle del San Bernardo si avvicina… ma c’è ancora tempo per vedere la Svizzera per sedersi nel museo olimpico davanti alle medaglie e alle fiaccole olimpiche o semplicemente camminare tra i castelli e i vigneti terrazzati del Lavaux.

Bourg Saint Pierre è l’ultima sosta prima dell’ascesa del grande Colle.

C’è neve, tanta neve, ma non sono arrivato qui per fermarmi. Devo e voglio salire. I sacrifici fatti sono ripagati quando dietro a una curva ho visto l’ospizio del Colle del Gran San Bernardo.

In Italia

Davanti al mio naso c’era il Bel paese, c’era e c’è la CASA.

La Francigena di colpo cambia aspetto. Negli occhi di chi ti guarda c’è più consapevolezza di cosa sia.

La Francigena italiana è ora sotto i miei piedi. Il mio focus adesso è Roma.

I chilometri volano, sono già al passo della Cisa. L’Appennino è lì che mi aspetta tra i sali e scendi nelle colline toscane e, dietro ai bei borghi ammirati da tutti, c’è la mia Firenze.

Ma non è ancora il tempo di tornare a casa. C’è l’ultima salita da fare, quella di Radicofani che domina la Val d’Orcia.

Ormai è discesa, entro nel Lazio e da lì a poco, dopo 70 giorni di cammino, senza che me ne accorga, eccomi davanti alla Basilica di San Pietro a Roma.

Posso dire di avercela fatta e sono contento per il mio cammino. Sono felice di tutte le persone che mi hanno sostenuto e incoraggiato.

Grazie.

Marco D.

Mi fa un timbro, per favore

Il Testimonium

Il documento che riproduciamo si chiama Testimonium. Si tratta di un libricino a forma di passaporto che attesta il percorso del pellegrino lungo la Francigena. Oltre a scopo di certificazione, il Testimonium dà la possibilità di accedere a tutte le strutture dedicate al pernottamento, dette “accoglienze povere”. Sono sistemazioni a prezzi convenzionati o in alcuni casi “a donazione”. Quello sopra è il Testimonium di Marco D. In basso a sinistra la riproduzione dei due fogli dove Marco ha scritto a penna il racconto che vi abbiamo appena fatto leggere.

Piccolo album ruotante di un tragitto di 2200 km

Mi scuso con il lettore perché non sono riuscito a trovare il modo di interrompere il loop di questa gif animata. Forse non c’è neppure il modo. Spero che non disturbi troppo.

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Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.