Bacone: La teoria degli idoli
La fonte degli errori
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I 4 idoli
Nella nostra mente ospitiamo, senza avvedercene, degli spettri (idòla, alla greca) che ci annebbiano e influiscono sui nostri giudizi. Perciò ognuno che, con sincerità, intenda conoscere per cambiare, conoscere per costruire, conoscere per progredire, deve sbarazzarsi dei “fantasmi” per ottenere uno sguardo più chiaro e limpido sul mondo, senza più pregiudizi. Gli idòla son di quattro tipi.
1. Idòla tribus (idoli della tribù)
Sono gli spettri, i fantasmi della “tribù umana”, cioè i pregiudizi che ereditiamo dalla famiglia, dalla società e dalla tradizione. Possono consistere, per esempio, nel credere che d’inverno faccia sempre freddo e d’estate sempre caldo, o nell’avere delle aspettative fisse ancora prima dell’esperienza, dovute al passato.
2. Idòla specus (idoli della spelonca)
Sono i fantasmi della caverna, cioè i fantasmi personali, quelli che ognuno di noi ospita nella propria “caverna”, cioè il nostro “io”, con le sue talvolta radicate e immotivate prese di posizione. Per esempio, potrei essere esageratemente ottimista e sottovalutare alcuni aspetti di una questione, oppure potrei avere dei pregiudizi contro gli adolescenti e questo mi impedirebbe la correttezza di giudizio. Gli idòla specus sono forse i più interessanti. Secondo Bacone dipendono dal carattere, dall’educazione, dal sesso, dalle inclinazioni.
3. Idòla fori (Idoli della parola)
Sono i fantasmi della piazza, cioè il luogo dove, metaforicamente, l’umanità si raduna, e dipendono dalla vita sociale: la moda, le chiacchiere, l’uso delle parole.
4. Idòla theatri (idoli del teatro)
Non si tratta dei fantasmi dovuti alle rappresentazioni teatrali; polemicamente, Bacone considera “teatro” tutta la storia della filosofia, che si è presentata sul palcoscenico come se fosse una lunga commedia dell’arte. Il risultato dei “fantasmi” sulla nostra mente è micidiale: il nostro intelletto è deformato, trasfigura
Da Simonetta Tassinari. Instant filosofia, Edizioni Gribaudo, Milano, Edizione del Kindle, p. 171
Il testo di Bacone (da “Novum Organum”
Gli idoli sono false nozioni
Gli idoli e le false nozioni che sono penetrati nell’intelletto umano fissandosi in profondità dentro di esso, non solo assediano le menti in modo da rendere difficile l’accesso alla verità, ma addirittura (una volta che quest’accesso sia dato e concesso) di nuovo risorgeranno e saranno causa di molestia anche nella stessa instaurazione delle scienze: a meno che gli uomini, preavvertiti, non si agguerriscano per quanto è possibile contro di essi. Quattro sono i generi di idoli che assediano la mente umana.
Idoli della tribù
Gli idoli della tribù sono fondati sulla stessa natura umana e sulla stessa tribù o razza umana. Pertanto si asserisce falsamente che il senso è la misura delle cose. Al contrario, tutte le percezioni, sia del senso sia della mente, derivano dall’analogia con l’uomo, non dall’analogia con l’universo.
L’intelletto umano è simile a uno specchio che riflette irregolarmente i raggi delle cose, che mescola la sua propria natura a quella delle cose, le deforma e le travisa.
Idoli della spelonca
Gli idoli della spelonca sono idoli dell’uomo in quanto individuo. Ciascuno infatti (oltre alle aberrazioni proprie della natura umana in generale) ha una specie di propria caverna o spelonca che rifrange e deforma la luce della natura, o a causa della natura propria e singolare di ciascuno, o a causa dell’educazione e della conversazione con gli altri, o della lettura di libri e dell’autorità di coloro che vengono onorati e ammirati, o a causa della diversità delle impressioni a seconda che siano accolte da un animo già condizionato e prevenuto o sgombro ed equilibrato.
Cosicché lo spirito umano (come si presenta nei singoli individui) è così vario e grandemente mutevole e quasi soggetto al caso. Perciò giustamente affermò Eraclito che gli uomini cercano le scienze nei loro piccoli mondi privati e non nel più grande mondo a tutti comune.
Idoli del foro
Vi sono poi gli idoli che derivano quasi da un contratto e dalle reciproche relazioni del genere umano: li chiamiamo idoli del foro a causa del commercio e del consorzio degli uomini. Gli uomini infatti si associano per mezzo dei discorsi, ma i nomi vengono imposti secondo la comprensione del volgo e tale errata e inopportuna imposizione ingombra straordinariamente l’intelletto.
D’altra parte le definizioni o le spiegazioni, delle quali gli uomini dotti si sono provveduti e con le quali si sono protetti in certi casi, non sono in alcun modo servite di rimedio. Anzi, le parole fanno violenza all’intelletto e confondono ogni cosa e trascinano gli uomini a innumerevoli e vane controversie e finzioni.
Idoli del teatro
Vi sono infine gli idoli che sono penetrati nell’animo degli uomini dai vari sistemi filosofici e dalle errate leggi delle dimostrazioni. Li chiamiamo idoli del teatro perché consideriamo tutte le filosofie che sono state accolte e create come altrettante favole presentate sulla scena
Da Ubaldo Nicola, Filosofia. Antologia illustrata, Giunti, Finrenze Edizione del Kindle, p. 439.