Z, l’ultima generazione di Hollywood
I volti del cinema del 21 secolo
di Chiara Zuccari, Veronica Orciari
da: “Sentieri Selvaggi”, numero 16 novembre 2023, pp. 18-25
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Chiara Zuccari e Veronica Orciari del team di Sentieri Selvaggi, il migliore magazine italiano di cinema e cultura visuale per contenuti e grafica, ci propone una rassegna dei volti più rappresentativi e amati da critica, pubblico e festival tra quelli nati tra il 1995 e il 2002. Siamo lieti di rimbalzare questo pregevole contenuto.
Timothée Chalamet (1995)
Statunitense con cittadinanza francese, Chalamet è uno degli interpreti più iconici della Gen Z. Dopo alcune partecipazioni televisive, nel 2014 esordisce al cinema in Men, Women & Children di Jason Reitman, a cui segue la partecipazione a Interstellar di Christopher Nolan. Ma il successo internazionale lo raggiunge nel 2017 con il ruolo di Elio in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, per il quale riceve la candidatura ai Golden Globe e al Premio Oscar come miglior attore protagonista. Vanta collaborazioni con Greta Gerwig, Felix Van Groeningen, Woody Allen (Un giorno di pioggia a New York, accanto a Elle Fanning) e David Michôd, per il quale ha recitato nel film Netflix Il re. A proposito del suo ruolo ha dichiarato: “Come ha detto David, i suoi film hanno affrontato una mascolinità tossica e le trappole dell’ego maschile. Anche gli altri film su cui ho lavorato esplorano la psicologia maschile”. Dotato di un aspetto androgino, che lo ha portato spesso a interpretare ruoli maschili più emotivi e sensibili, Chalamet si inserisce perfettamente in quel filone della sua generazione che sta reinventando il ruolo del maschio: “Mi sento come se fossi qui per dimostrare che mostrarsi a cuore aperto è ok”. Nel 2020 prende parte a The French Dispatch diretto da Wes Anderson ed entra nel cast di Dune, per la regia di Denis Villeneuve, nel ruolo del protagonista Paul Atreides. Tra gli ultimi lavori, Don’t Look Up di Adam McKay e la seconda collaborazione con Guadagnino in Bones and All, horror on the road presentato in concorso a Venezia nel 2022. Nel 2024 lo vedremo nuovamente vestire i panni di Atreides in Dune — Parte due e quelli di Willy Wonka in Wonka di Paul King.
Matilda De Angelis (1995)
Nel 2016 viene scelta da Matteo Rovere per Veloce come il vento, interpretazione per cui viene candidata ai David di Donatello come migliore attrice protagonista nell’anno successivo. Nel frattempo figura nella serie tv Tutto può succedere nel ruolo di Ambra Scalvino. Partecipa anche al film di Alessandro Gassman Il premio (2017) e nel 2019 appare nel film Una famiglia, di Sebastiano Riso, al fianco di Micaela Ramazzotti e Patrick Bruel. Nel 2020 ottiene il primo ruolo internazionale, nella miniserie The Undoing — Le verità non dette, al fianco di Hugh Grant e Nicole Kidman. Nel 2021 vince il David grazie alla sua interpretazione nel film L’incredibile storia dell’Isola delle Rose. Nello stesso anno presenta la prima puntata di Sanremo. L’ultimo suo lavoro è La legge di Lidia Poët, serie Netflix diretta da Matteo Rovere, liberamente ispirata alla storia della prima laureata in legge italiana che a fine Ottocento lotta per l’emancipazione femminile nell’ambito giuridico, andata in onda all’inizio del 2023. In merito alla seconda stagione prevista per il 2024, ha dichiarato: “Non vedevo l’ora di tornare a questo progetto, mi piace tantissimo. Ho approfittato della pausa tra la prima stagione e la seconda per lavorare su quello che aveva funzionato meno, per perfezionare il personaggio, dalle movenze all’accento”.
Zendaya (1996)
Tra le star più popolari del momento, nonché una delle più pagate, in brevissimo tempo Zendaya è assurta a simbolo di un’intera generazione, tanto da essere inserita da Time tra le 100 persone più influenti del 2022. Nata in California inizia la sua carriera come modella e ballerina, per poi diventare, ancora giovanissima, volto di Disney Channel. Dopo una parentesi come cantante, esordisce sul grande schermo nel ruolo di MJ in Spider-Man: Homecoming, ruolo ripreso nei sequel Spider-Man: Far from Home (2019) e Spider-Man: No Way Home (2021). Interprete eclettica, dal 2019 veste i panni della giovane tossicodipendente Rue Bennett nella serie HBO Euphoria, accanto, tra gli altri, a Jacob Elordi, ruolo per il quale ottiene il plauso della critica, vincendo un Golden Globe e rendendola l’attrice più giovane ad aggiudicarsi un Emmy, offrendo alle nuove generazioni un modello di donna giovane, determinata e di successo. “Il vero femminismo dev’essere trasversale e accogliere le donne che sono come te, quelle che non sono come te, che hanno esperienze diverse dalle tue. Questo significa donne nere, donne trans, significa tutte le donne. L’arte è un grande catalizzatore per il cambiamento. Se mai dovessi iniziare a girare io dei film, so che le protagoniste sarebbero sempre delle donne nere”. Nel 2020 torna a lavorare con Sam Levinson nel film Netflix Malcolm e Marie, co-protagonista insieme a John David Washington, mentre nel 2021 è tra gli interpreti del film Dune di Denis Villeneuve, dove recita al fianco di Timothée Chalamet. E sui suoi progetti per il futuro dichiara: “Voglio realizzare le cose che mi rendono felice quelle che mi soddisfano come artista e persona. La speranza è quella di costruirsi una carriera che ti consenta di accettare solo i lavori che ti piacciono e goderti il lavoro senza doverti preoccupare di altro. Ho sempre la sensazione di avere bisogno di lavorare, perché se non lavoro tutto può sparire dall’oggi al domani”. Nel 2024 sarà sul grande schermo con due opere attesissime: la seconda parte di Dune e Challengers di Luca Guadagnino.
Paul Mescal (1996)
Ottiene l’attenzione internazionale grazie al ruolo di Connell nella serie Normal People, per il quale si aggiudica un BAFTA e riceve la candidatura al Premio Emmy. Il vero salto arriva grazie al film Aftersun dell’esordiente Charlotte Wells, presentato al Festival di Cannes 2022 e per il quale viene candidato al Premio Oscar. Dotato di una mascolinità complessa ed evasiva, Mescal sembra essere l’interprete perfetto in questi tempi di reinvenzione del canone maschile, che passa necessariamente anche dal cinema. “La mascolinità può essere espressa in tanti modi. So che tornerò spesso su questo punto nella mia carriera” ha detto l’attore al Guardian. Attivo anche in campo teatrale, nel 2023 si è aggiudicato il Laurence Olivier per la sua interpretazione di Stanley Kowalski in Un tram che si chiama desiderio. Per Mescal è un modo per rileggere il ruolo reso celebre da Marlon Brando attraverso gli occhi della Gen Z: “Stanley è ancora sicuramente un archetipo che esiste — ed è ancora interessante per noi adesso […] Mi interessano i due estremi, tra Calum e Stanley, come l’estremo della vitalità, della brutalità e della fisicità maschile. Mi interessa questa forma e il motivo per cui gli uomini scelgono di essere così”. Tra i progetti futuri c’è il sequel de Il Gladiatore diretto da Ridley Scott e The History of Sound, con Josh O’Connor.
Anya Taylor-Joy (1996)
“Avevo una voce in testa che mi suggeriva di diventare attrice. Senza questo mestiere credo che sarei impazzita”. Ricorda così la sua infanzia l’eroina de La regina degli scacchi. Nata in Florida, fino a sei anni vive a Buenos Aires e poi si trasferisce a Londra. A 14 anni abbandona la scuola e si trasferisce a New York con il sogno della recitazione. Debutta al cinema nel 2015 con The Witch di Robert Eggers, presentato al Sundance Film Festival, per il quale l’attrice riceve diversi premi. Nel 2016 e nel 2019 viene diretta da M. Night Shyamalan rispettivamente in Split (2016) e Glass (2019). Interpreta l’eroina di Jane Austen in Emma (2020) e nello stesso anno è Illyana Rasputin nel film The New Mutants, film della saga X-Men, per poi ottenere il ruolo che la renderà famosa al grande pubblico: la talentuosa orfana Beth Harmon nella serie Netflix La regina degli scacchi. Diventa la serie esclusiva Netflix con sceneggiatura non originale più vista di sempre e Anya vince un Golden Globe come miglior attrice. Appare anche come Gina Grey in 11 episodi tra la quinta e la sesta stagione della fortunatissima serie britannica Peaky Blinders. Tra il 2021 e il 2022 dà una svolta dark ai suoi personaggi con i film Ultima notte a Soho di Edgar Wright e The Menu di Mark Mylod e torna a lavorare con Eggers nel film The Northman.
Maria Bakalova (1996)
Nata a Burgas, in Bulgaria, si diploma all’Accademia Nazionale di Teatro e Arti Cinematografiche di Sofia. Inizia a recitare nel 2017, nella commedia XIIa, diretta da Magdalena Ralcheva, a cui fa seguito Transgression di Val Todorov. Ottiene anche un piccolo ruolo nella terza stagione della serie italiana Gomorra. Negli anni successivi torna a lavorare con Todorov, ma è il 2020 il suo anno di svolta: Sacha Baron Cohen la scrittura per la parte di sua figlia Tutar nel sequel di Borat, ruolo grazie al quale Bakalova si fa conoscere a livello internazionale, ottenendo un Critics’ Choice Awards e diverse nomination a tutti i più importanti riconoscimenti cinematografici mondiali, tra cui il SAG Award, il Golden Globe, il BAFTA e il Premio Oscar, divenendo la prima attrice bulgara a raggiungere tale traguardo. A proposito dell’esperienza in Borat, Bakalova dice: “Cose del genere non accadono a persone come noi bulgari. La maggior parte delle volte, alla fine c’è una piccola, piccolissima parte extra in un film, due o tre battute come quella di una prostituta o di un mafioso. Sarò per sempre grata a Sacha per aver scelto una persona dell’est Europa per interpretare un personaggio forte e complicato”. Negli anni successivi recita per Judd Apatow in Nella bolla e nel film A24 Bodies Bodies Bodies. Grazie a queste performance, viene notata dai creatori del Marvel Cinematic Universe ed entra a far parte del cast di Guardiani della Galassia Vol. 3 per la regia di James Gunn.
Jacob Elordi (1997)
Nasce a Brisbane, Australia, nel 1997. Dopo la commedia romantica The Kissing Booth del 2018, raggiunge il riconoscimento internazionale grazie al ruolo di Nate Jacobs, affascinante antieroe dalla virilità tossica e maschilista, nella serie HBO Euphoria, diretta da Sam Levinson, accanto a Zendaya. “Appena ho cominciato a recitare, a scuola mi hanno dato del gay, ma avevo molta fiducia in me stesso. […] Non mi sono mai preoccupato di essere considerato meno uomo dai miei coetanei. Ho iniziato ad accogliere questo tipo di personaggi. La femminilità è diventata una componente fondamentale” ha detto Elordi. E ancora, sulla collaborazione con Levinson: “Quando recito per Sam, siamo in trincea, mi fido di lui e faccio di tutto per aiutarlo”. Successivamente è apparso accanto a Ben Affleck e Ana De Armas in Acque profonde (2022) per la regia di Adrian Lyne. Prossimamente sarà al cinema con tre film: The Sweet East diretto da Sean Price Williams, direttore della fotografia in Good Time dei fratelli Safdie, che ha modellato il personaggio di Elordi sul Pattinson post-Twilight, Saltburn di Emerald Fennell, in cui recita accanto a Rosamund Pike, e Priscilla di Sofia Coppola, in cui interpreta Elvis Presley, in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Tra i progetti in lavorazione, un thriller con Zachary Quinto, un road movie realizzato dai Safdie, oltre alla presunta partecipazione alla nuova serie diretta da Luca Guadagnino.
Federico Cesari (1997)
Romano, inizia la sua carriera da bambino all’interno della storica serie I Cesaroni (2006–2014). Partecipa anche ad altre fiction italiane, come Tutti pazzi per amore e Don Matteo. Dal 2018 interpreta il ruolo di Martino Rametta nella serie Skam Italia, ideata da Ludovico Bessegato. Al cinema compare in Non c’è campo di Federico Moccia nel 2017 e Anni da cane di Fabio Mollo nel 2021. Recita poi nelle serie televisive La guerra è finita (2020) di Michele Soavi e Buongiorno, mamma! (2021) di Giulio Manfredonia. Ottiene il ruolo da protagonista nell’acclamata serie Netflix Tutto chiede salvezza, andata in onda nel 2022 e diretta da Daniele Mencarelli. L’attore interpreta il ruolo di Daniele Cenni, un giovane che si ritrova contro la propria volontà all’interno di un ospedale psichiatrico. A proposito dei due ruoli che l’hanno portato al successo, Cesari ha dichiarato: “Sono stato molto fortunato ad aver incontrato personaggi che affrontano temi sociali così attuali e che la nostra generazione vuole vengano rappresentati sempre di più. […] C’è una grande distanza tra ciò che viene percepito di interesse primario dalle giovani generazioni e ciò che viene percepito come tale dall’establishment. L’impotenza che proviamo è forte, ma la voglia di salvezza credo lo sia di più”. Oltre alle nuove stagioni di SKAM Italia e Tutto chiede salvezza, è nel cast di L’ultima volta che siamo stati bambini di Claudio Bisio, Greta e le favole vere eLa poetessa dei Navigli, ispirato alla vita di Alda Merini, in cui l’attore interpreta Arnoldo Mondadori.
Elle Fanning (1998)
Inizia la sua carriera da bambina, interpretando la versione giovane della sorella Dakota in Mi chiamo Sam (2001). Numerose le partecipazioni in ruoli secondari, tra cui quelle in Babel, Reservation Road e Il curioso caso di Benjamin Button. Il primo ruolo da protagonista arriva nel 2008 con il film Phoebe in Wonderland. Due anni dopo recita accanto a Stephen Dorff in Somewhere di Sofia Coppola, Leone d’oro al Festival di Venezia. Attrice dalla bellezza eterea, diretta erede di Kirsten Dunst come musa di Coppola, la regista la richiama nel 2017 per recitare ne L’inganno, accanto alla stessa Dunst, Nicole Kidman e Colin Farrell. Nella sua filmografia compaiono collaborazioni con J.J. Abrams, Cameron Crowe, Ben Affleck, Francis Ford Coppola, Woody Allen. Riguardo a questo ha dichiarato: “Tutto quello che so l’ho imparato negli anni, ho lavorato con registi e attori molto diversi e ogni volta apprendevo una cosa nuova, la immagazzinavo più o meno consapevolmente perché ero davvero piccola nei primi film… Sono stata fortunata a capire presto cosa volessi fare da grande e ho cercato di migliorarmi, set dopo set”. Nel 2016 interpreta un’aspirante modella in The Neon Demon di Nicolas Winding Refn e nel 2019 è tra i giurati alla 72ª edizione del Festival di Cannes. Candidata a due Golden Globe e un Emmy con il ruolo di Caterina II di Russia nella serie The Great, sul futuro dice: “Mi ha sempre incuriosito il lavoro di chi sta dietro la telecamera. Non smetterò mai di recitare ma cresce il desiderio di fare un film da regista. Voglio fare qualcosa di mio”.
Cailee Spaeny (1998)
Nata a Springfield, Missouri, è a tutti gli effetti la protagonista del momento grazie alla recente vittoria della Coppa Volpi all’ultima Mostra del cinema di Venezia per l’interpretazione di Priscilla Presley nel biopic diretto da Sofia Coppola. Dopo il ruolo da protagonista nel sequel di Pacific Rim del 2018 di Guillermo del Toro, Spaeny è apparsa nel thriller 7 sconosciuti a El Royale accanto a Dakota Johnson, in Una giusta causa (2018), e in Vice — L’uomo nell’ombra di Adam McKay. Per la televisione ha preso parte allo show HBO Omicidio a Easttown accanto a Kate Winslet e The first Lady. Più di recente, ha ottenuto il plauso della critica per il suo ruolo nella serie di fantascienza di Alex Garland, Devs, ancora inedita in Italia. Ma tra i ruoli che la stessa Spaeny ha sentito più vicini alla sua esperienza c’è sicuramente quello ne Il rito delle streghe, per la regia di Zoe Lister-Jones, sequel/reboot del cult del ’96 Giovani streghe, capace di evidenziare la risonanza dell’originale con le giovani donne di oggi. “Uno dei miei obiettivi è fare esattamente l’opposto di quello che ho fatto finora per il mio prossimo ruolo, voglio continuare a sfidare me stessa e spingermi oltre”, e ha spiegato: “In realtà provo un senso di sollievo quando interpreto un personaggio così lontano da quello che sono”. In lavorazione ci sono i ruoli in Civil War, seconda collaborazione con Garland, e Alien: Romulus, l’attesissima serie tv che riprende l’universo fantascientifico creato da Ridley Scott.
Lily-Rose Depp (1999)
Figlia d’arte di Johnny Depp e Vanessa Paradis, inizia a lavorare come modella a 16 anni, diventando ben presto volto di Chanel. Esordisce al cinema in un piccolo ruolo nel film Tusk, diretto da Kevin Smith, che la vuole come protagonista nel successivo Yoga Hosers del 2016. Cresciuta bilingue, si divide tra le produzioni statunitensi e quelle francesi e colleziona diversi ruoli in film come Io danzerò, nel quale interpreta Isadora Duncan, presentato al Festival di Cannes 2016, e Planetarium, accanto a Natalie Portman. Nel 2018 recita insieme a Louis Garrel e Laetitia Casta ne L’uomo fedele, per la regia dello stesso Garrel, mentre l’anno successivo interpreta Caterina di Valois nel film Netflix Il re, accanto a Timothée Chalamet e diretto da David Michôd. Nel 2021 è al cinema con il thriller Confini e dipendenze, dove recita accanto a Gary Oldman ed Evangeline Lilly ed è protagonista del film di fantascienza Voyagers di Neil Burger. Nello stesso anno lavora con Keira Knightley alla commedia Silent Night e con George MacKay al dramma Wolf. Tra i progetti più recenti dell’attrice troviamo The Idol, nuova serie HBO ideata da Sam Levinson e The Weeknd, in cui Lily-Rose interpreta una pop star incastrata nella dipendenza dalle droghe e in una relazione tossica col suo manager, interpretato dallo stesso The Weeknd. E a proposito delle polemiche scatenate dalle scene esplicite, ha detto: “Quando si tratta della nudità e della natura audace del ruolo, era davvero intenzionale. Non ne ho paura. Penso che viviamo in un mondo altamente sessualizzato e che sia una cosa interessante da esplorare”. Nel 2024 sarà protagonista insieme a Bill Skarsgard del reboot di Nosferatu, diretto da Robert Eggers e del film A24 The Governesses.
Mattia Carrano (2000)
Di origini ungheresi da parte di madre, Carrano inizia come sportivo praticando nuoto, pallanuoto e arti marziali, al punto di vincere due medaglie d’oro ai mondiali di Hwa Rang Do, tecnica di lotta coreana. Arriva alla recitazione professionale grazie a Ludovico Bessegato (già regista di Skam Italia e a cui Sentieriselvaggi21st ha dedicato un’intervista sul n.13), che lo sceglie come protagonista per il doppio ruolo dei gemelli Andrea e Marco nella serie Amazon Prime Prisma, ulteriore prova dello sguardo attento con cui il regista milanese osserva la Gen Z. Prima di questo, l’attore aveva girato solo qualche pubblicità da bambino. E racconta: “Nel 2020 un’amica di mia madre ci ha chiamati per dirci che una produzione aveva chiesto una mia presentazione. Qualche mese dopo sono stato convocato per un provino, il primo della vita. Non sapevo nulla, mi avevano giusto mandato delle scene da studiare. Ne sarebbero seguiti almeno sette, forse otto. Poi, da un giorno all’altro, boom: il contratto, le prove costume, le notti a memorizzare le battute… E due mesi sono volati”. Sul successo esplosivo che ha ottenuto, Carrano dice: “Penso che le serie young adult più recenti, come anche Euphoria o Sex Education, diano finalmente un ritratto veritiero di noi: non sono più fatte per i ragazzi, ma per parlare di ragazzi. Ed è forse il motivo principale per cui piacciono tanto”.
Paul Kircher (2001)
Figlio d’arte degli attori Irène Jacob e Jérôme Kircher, dopo il liceo inizia a studiare economia e geografia. Debutta come protagonista nel 2020 nella commedia teen di Adeline Picault T’as pécho?. L’anno successivo recita in Petite leçon d’amour di Ève Deboise. Il ruolo che lo rende famoso al grande pubblico è quello di Lucas in Winter Boy — Le Lycéen di Christophe Honoré, film presentato a Toronto, San Sebastián (dove Kircher ha vinto il premio come Miglior attore protagonista) e Torino. Kircher è stato selezionato da Honoré tra più di trecento candidati e nel film interpreta un adolescente omosessuale che affronta contemporaneamente il lutto paterno e i primi amori. E a proposito del rapporto tra giovani e adulti, dice: “Sicuramente i giovani hanno un punto di vista completamente diverso da quello degli adulti sul mondo. L’adolescenza è brutale, è un periodo di transizione e per questo è preziosa. Gli adulti dovrebbero fare tesoro del punto di vista dei giovani, dovrebbero osservarli bene. Non so se gli adolescenti siano dei precursori, ma dovrebbero essere considerati di più”. Per questo ruolo viene nominato al Premio César come miglior promessa maschile e al Premio Lumière di Parigi come rivelazione maschile. Avrebbe poi dovuto interpretare il protagonista maschile nel film L’Été dernier, diretto da Catherine Breillat, su una scandalosa storia fra una donna adulta ed un ragazzo di diciassette anni, ma essendo poi divenuto troppo grande per il ruolo, lo ha lasciato a suo fratello minore, Samuel. Nel 2023 ottiene il ruolo di Émile nel film Le Règne animal di Thomas Cailley, al fianco di Romain Duris e Adèle Exarchopoulos, presentato in apertura nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes. Attualmente sta lavorando al film Leurs enfants après eux, adattamento dell’omonimo romanzo dell’autore francese Nicolas Mathieu.
Jenna Ortega (2002)
Californiana, con padre di origini messicane e madre portoricana, Jenna Ortega entra nel mondo del cinema molto presto, con piccole partecipazioni televisive. Il suo debutto cinematografico risale al 2013, nel film Marvel Iron Man 3, in cui interpreta la figlia del vicepresidente. Nello stesso anno ha un ruolo minore in Oltre i confini del male — Insidious 2. Tra il 2016 e il 2018 è la protagonista della serie Disney Channel Harley in mezzo. Nel 2019 partecipa alla seconda stagione della serie Netflix You. Nel 2020 è protagonista di La babysitter — Killer Queen e nel 2021 della commedia Yes Day. Nel 2022 arriva il ruolo che la consacra come star in ascesa della sua generazione: interpreta Mercoledì Addams nella serie Mercoledì, anch’essa targata Netflix, ideata da Tim Burton, che ne ha diretto i primi quattro episodi. L’interpretazione, ampiamente lodata dalla critica, le è valsa un Critics’ Choice Super Award e la candidatura ai Golden Globe, ai SAG Award e al Premio Emmy. Ortega ha definito l’esperienza come “il lavoro più gratificante che abbia mai fatto”, nonostante la preparazione sia stata molto lunga e intensa. Tra il 2022 e il 2023 la giovane attrice è apparsa principalmente in produzioni horror come Studio 666, X: A Sexy Horror Story, American Carnage e nel quinto e sesto capitolo della saga Scream. Nel 2024 apparirà nella seconda stagione di Mercoledì e in Beetlejuice 2, nuovamente diretta da Tim Burton, al fianco di Michael Keaton, Winona Ryder, Monica Bellucci e Willem Dafoe.
Seydou Sarr (2002)
“Sognavo di diventare calciatore, poi sono andato a Thiès, a un’ora e mezza da Dakar, per fare il primo provino per il film e mi hanno chiamato. Non avevo mai fatto cinema prima”. Senegalese di origine, Seydou Sarr è stato la rivelazione all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove ha vinto il Premio Mastroianni come miglior attore emergente per Io, Capitano di Matteo Garrone. Sulla sua prima prova attoriale, ha dichiarato: “La difficoltà maggiore per me è stata prendere confidenza con la telecamera. Appunto, non avevo mai recitato in un film, l’idea mi emozionava. Ma l’ho superata, in qualche modo è venuto naturale. La sorpresa più grande, quando mi sono trovato sul set, è stato capire che era una cosa molto seria, un grande film, e che io ne sarei stato parte”. Il film, scelto dall’Italia per concorrere ai prossimi Academy Award, affronta il tema caldo dell’immigrazione clandestina e racconta il rischioso viaggio dal Senegal alle coste italiane di due sedicenni africani. Con grande presenza scenica Sarr riesce a sostenere il peso di un film difficile, incarnando istanze ed esperienze di una Gen Z proveniente dal Terzo Mondo.
Aurora Giovinazzo (2002)
Sorella minore di Domiziana, anche lei attrice in Un medico in famiglia, debutta prestissimo nell’audiovisivo in diversi spot pubblicitari. Ballerina a livello agonistico, inizia a recitare nella fiction Caterina e le sue figlie. Esordisce al cinema nel 2011 con il film Immaturi diretto da Paolo Genovese, a cui fanno seguito Il sesso aggiunto, Immaturi — Il viaggio e Breve storia di lunghi tradimenti. Tra il 2013 e il 2018 prende parte a diverse produzioni televisive, tra cui Nero a metà con Claudio Amendola. Il salto arriva nel 2021, quando ottiene il ruolo che la fa conoscere al grande pubblico, quello di Matilde nel film di Gabriele Mainetti Freaks Out, dove recita accanto a Claudio Santamaria, Pietro Castellitto e Giorgio Tirabassi. Grazie a questa interpretazione, Giovinazzo riceve una candidatura come migliore attrice protagonista ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento e vince il Premio RB Casting per la miglior attrice esordiente alla Mostra del Cinema di Venezia. Nello stesso anno recita nel film di Fabio Mollo Anni da cane, insieme a Federico Cesari. Nel 2022 è invece protagonista del thriller L’uomo sulla strada di Gianluca Mangiasciutti. E sulla sua carriera in rapida ascesa dice: “Il cinema italiano sta sicuramente dando molta più fiducia a noi ‘pischelletti’ e devo dire che questa cosa mi rende molto felice! Prima ci si era un po’ fossilizzati su un certo stereotipo adolescenziale: quello della ragazza spensierata, senza problemi, che non capisce le situazioni. Invece l’adolescente è già, in parte, un adulto”. Tra i progetti in arrivo, Una madre di Stefano Chiantini, The Cage di Massimiliano Zanin, in cui l’attrice interpreta un’ex promessa dell’MMA femminile, Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek, distribuito da Netflix, ed Eterno Visionario, il nuovo film di Michele Placido dedicato alla figura di Luigi Pirandello, previsto per il 2024.
da: “Sentieri Selvaggi”, numero 16 novembre 2023, pp. 18–25