Torna la carta stampata, ma dove sono le tipografie?

Un mestiere glorioso che non attira né investimenti, né lavoratori

Mario Mancini
11 min readJan 26, 2019

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Le prime unions sono state proprio quelle dei tipografi. Questi lavoratori sono stati, fin dalla prima rivoluzione industriale, l’aristocrazia dei sindacati e della classe operaia. Molti di loro sapevano leggere e maneggiavano un’arma letale: la parola stampata in migliaia di copie. Un lavoro glorioso, ambito, rispettato e ben pagato, quello della tipografia.

Ma tutto questo sembra andato perduto nel nostro tempo che è sempre più il tempo dei paradossi e del grottesco. Dopo la sbornia del digitale la gente è tornata a leggere sulla carta, dove le parole costano e lo spazio per le corbellerie è limitato. È tornata anche a comprare i libri. Succede, però, che non ci sono più abbastanza tipografie per stamparne quanti ne sarebbero necessari. Negli Stati Uniti è accaduto che durante il periodo natalizio, il più felice per i libri, molti titoli sono andati esauriti e gli editori non sono riusciti a rifornire le librerie e Amazon delle copie necessarie. Si è trattato di vendite proprio perdute, perché i lettori non si sono riversati sulle versioni digitali degli stessi titoli, ma hanno acquistato altri beni per i loro regali. Del resto c’è da capirli: che regalo è un ebook? Non si può neanche impacchettarlo con il nastrino rosso!

Alexandra Alter, il book critic del New York Times, ha raccontato, con un pizzico di stupore, la storia dei libri che non si riescono stampare. E in effetti c’è da stupirsi, ma di che cosa ci possiamo ancora meravigliare?

Lucrezia Pei ha tradotto ed adattato l’articolo della Alter per i nostri lettori. Buona lettura!

Un anno boom per l’industria editoriale

“Fear” di Bob Woodward (traduzione italiana di Solferino editore ) è stato uno dei maggiori bestseller del 2018. Come tutti i libri su Trump ha stravenduto, ma ha anche risentito, sotto il periodo natalizio, della crisi degli stampatori nel far fronte agli ordini degli editori.

Quest’anno è stato, con grande sorpresa di tutti, un successone per l’industria editoriale. Nonostante gli implacabili notiziari, i lettori hanno acquistato libri a frotte. Le vendite dei libri cartacei sono in aumento, e le unità vendute nelle librerie indipendenti sono cresciute del 5%. Più di un titolo (Fear di Bob Woodward, The President Is Missing, di Bill Clinton e James Patterson, Becoming di Michelle Obama) ha superato il traguardo del milione di copie, ma c’è anche forte interesse per la narrativa.

Quella che dovrebbe essere una buona notizia per gli editori, agenti e autori, però, ha causato parecchi disagi nel momento cruciale della stagione di vendita, durante le vacanze, perché le tipografie fanno fatica a tenere il passo con l’impennata della domanda, il che ha generato degli arretrati che hanno portato ad ammanchi nelle scorte di titoli molto diffusi.

Alcuni dei successi di critica di quest’anno, tra cui Asymmetry di Lisa Halliday, The Overstory di Richard Powers e The Great Believers di Rebecca Makkai sono stati dichiarati esauriti su Amazon nella settimana prima di Natale, dopo che il magazzino ne è rimasto a corto perché gli editori non hanno potuto ristampare le copie abbastanza velocemente. Anche best-seller di non fiction acclamati dalla critica come la biografia di Frederick Douglass di David W. Blight, il libro di ricette Salt, Fat, Acid, Heat di Samin Nosrat e Astroball di Ben Reiter non erano disponibili su Amazon, tanto che alcuni dei titoli mostravano tempi di arrivo dalle due alle quattro settimane.

Il blocco che ha riguardato l’intera industria si stava creando da mesi, come risultato della riduzione e del consolidamento delle aziende tipografiche, il collasso di una delle maggiori tipografie avvenuto quest’estate, la carenza globale di carta e un mercato del lavoro in diminuzione che ha reso difficile ingaggiare ulteriori lavoratori stagionali. Ma il blocco è diventato sempre più acuto e visibile nel momento di picco delle vendite stagionali dell’industria, quando i consumatori erano a caccia di titoli imperdibili da regalare e hanno trovato gli scaffali virtuali di Amazon vuoti.

Vendite irrimediabilmente perdute

Rebecca Makkai (edita in Italia da Piemme), con il suo “The Great Believers”, finalista del National Book Award, ha visto il suo libro esaurito su Amazon durante il periodo di fine anno.

Per gli autori i cui libri erano esauriti nel periodo appena precedente alle vacanze, può essere difficile recuperare le royalties perdute e il calo nella classifica di Amazon. In un messaggio su Facebook, la signora Makkai ha incoraggiato i lettori ad acquistare il suo romanzo nelle librerie indipendenti dopo che Amazon l’ha dichiarato esaurito e indicato che non avrebbe potuto spedirlo fino a dopo Natale. “Questa situazione fa schifo e il mio ufficio stampa sta facendo tutto quello che può ma, ugh, il tempismo è davvero, davvero pessimo”, ha scritto.

Agenti e autori affermano che parte del problema è che editori e rivenditori sono diventati più restii a correre rischi. Gli editori stampano prime tirature più limitate, in parte perché i rivenditori inizialmente ordinano meno copie, nell’attesa di vedere quali titoli ingranano la marcia e tendono a evitare di scommettere su quelli sbagliati e rimanere incastrati nello stoccaggio di merce invenduta. In passato, spesso era semplice far stampare un’altra partita di libri in una settimana o due se le vendite dei titoli erano inaspettatamente alte, ma di questi tempi alcuni editori dicono che può volerci anche uno o due mesi.

Inoltre, l’appetito apparentemente insaziabile dei lettori per una manciata di grandi successi ha acutizzato l’effetto collo di bottiglia nelle tipografie, consumando quel poco di equlibrio che c’era nel sistema. Fear di Mr. Woodward ha venduto quasi due milioni di copie in tutti i formati, mentre Becoming della signora Obama, che è uscito a novembre, ha venduto 3,8 milioni di copie.

“La capacità produttiva è così ristretta che se ti capita un libro che decolla come Becoming devi smettere di fargli stampare quello che stavano stampando e fargli fare più copie di Becoming”, ha detto Dennis Abboud, amministratore delegato di ReaderLink, il maggiore distributore librario per Target, Walmart e altri negozi. “E così succede che il treno va fuori dai binari.”

Una manciata di bestseller hanno mandato in tilt il sistema

La Penguin Randon House Tower a New York. La più grande case editrice trade del mondo ha rinviato molte uscite di gennaio 2019 per l’impossibilità delle tipografie di tirare le copie necessarie.

Allo stesso tempo, gli editori sono stati colti alla sprovvista dalla manciata di best seller a sorpresa, titoli di autori meno conosciuti che scarseggiano la settimana prima di Natale, il peggior momento possibile per ritrovarsi in esaurimento.

“Improvvisamente, non ci sono più scorte”, dice l’agente letterario Chris Parris-Lamb, che rappresenta la signora Halliday. “Così i libri che diventano anomalie, quelli che davvero fanno cassa, si trasformano in vittime del loro stesso successo.”

Il lavoro arretrato è talmente ingente da avere una ricaduta anche sul prossimo anno, il che farà spostare agli editori la data di pubblicazione di alcuni libri in programma per gennaio, perché non possono stamparli in tempo. Alla Penguin Random House, almeno una dozzina di uscite fissate per l’inizio del 2019 sono state rimandate, di solito di alcune settimane, secondo l’amministratore della compagnia. Altri editori hanno dichiarato che l’uscita di alcuni titoli subirà ritardi a causa degli accumuli nelle tipografie.

“Macroscopicamente, il mercato è prospero, e c’è abbondanza di libri da comprare sugli scaffali d’America”, ha detto Michael Cader, analista dell’industria libraria e fondatore di Publishers Marketplace. “Ma se è il tuo libro, e c’è richiesta, ed è esaurito, fa parecchio male.”

Ogni anno durante il periodo delle vacanze, alcuni inaspettati libri-rivelazione vendono fino ad esaurimento scorte, frustrando i consumatori e gli autori che li hanno scritti, ma lasciando illesa l’industria nel suo complesso. Ma quest’anno le carenze sono maggiormente diffuse, e i fattori che le causano sono più sistemici e più difficili da attenuare. “È più complesso di come era in passato. Non puoi contare sul fatto di fare una telefonata alla tipografia e dire: il libro ha decollato, facciamo una tiratura questa settimana”, ha detto Adam Rothberg, vice presidente senior della comunicazione istituzionale presso Simon & Schuster. “Questa è la nuova normalità per il prossimo futuro.”

Madeline McIntosh, amministratore delegato a Penguin Random House U.S. ha affermato che la maggior parte dei titoli più richiesti della casa editrice erano disponibili attraverso altri punti vendita, nonostante fossero esauriti presso i maggiori rivenditori, e ha fatto notare che “in questo momento dell’anno, cerchiamo sempre di risolvere problemi relativi all’impennata di domanda per libri che fanno tendenza”.

Il collasso delle tipografie e la ripresa della domanda di libri

Edward Brothers Malloy, una delle più grandi antiche imprese tipografiche d’America, ha chiuso il 15 giugno 2018 dopo 215 anni di attività. Nella foto lo stabilimento tipografico di Ann Arbor, nei pressi di Chicago.

La più grande causa dell’effetto collo di bottiglia, dicono editori e agenti, è il consolidamento o il collasso delle tipografie. Una grossa azienda tipografica, l’Edward Brothers Malloy, ha chiuso quest’estate. Il prossimo anno, si prevede la fusione di due tra le più grandi tipografie americane, la Quad Graphics e la LSC Communication, cosa che fa temere agli editori una riduzione dei servizi di stampa.

L’industria tipografica ha i suoi problemi, tra cui la penuria della carta e l’aumento dei prezzi. E il basso tasso di disoccupazione ha reso più difficile per le tipografie assumere lavoratori extra. La Quad Graphics, che ha 55 centri di stampa e 22.000 dipendenti in tutto il mondo, “si è trovata in difficoltà relativamente all’organico a causa del basso tasso di disoccupazione”, secondo il portavoce dell’azienda.

Sorprendentemente, una parte del caos attuale deriva dal fatto che l’industria libraria non è solo stabile ma sembra fiorente. Dopo anni di declino nelle vendite della carta stampata, cartacei e tascabili sono recentemente in rialzo, mentre le vendite degli e-book sono in ribasso. Ile vendite delle edizioni cartacee sono salite del 3,5% nei primi dieci mesi del 2018, mentre i guadagni dei libri digitali si sono abbassati del 3%, secondo l’Association of American Publishers.

Negli ultimi anni, alcuni grandi editori hanno fatto investimenti nelle infrastrutture per lo stoccaggio delle copie stampate e la gestione dell’inventario, espandendo i loro magazzini e migliorando la loro capacità di eseguire velocemente gli ordini in arrivo dai punti vendita, ma hanno ben poco controllo sulle tipografie, dove la capacità di produzione si è ridotta.

L’incubo di W.W. Norton

L’editore W.W. Norton, con sede a New York sulla 5Th avenue adiacente alla Public Library, ha dovuto autoprodursi le copie necessarie di “Rampage” di J.M. Scott per rispettare il programma presentazioni già stabilito. Uno sforzo non indifferente per un libro di 640 pagine.

Gli effetti si stanno ripercuotendo su tutta l’industria. Questo autunno, W.W. Norton ha dovuto fare i salti mortali per salvare il book tour di un autore quando sono venuti a sapere che i libri non sarebbero stati disponibili per la data di pubblicazione in ottobre perché le tipografie erano sovraccariche di prenotazioni. L’autore, Jamas M. Scott, aveva più di una dozzina di eventi in programma a ottobre per promuovere il suo libro Rampace: MacArthur, Yamashita and the Battle of Manila, ma lo stampatore non ha potuto consegnare i libri fino a circa un mese dopo.

Norton è riuscita a ottenere una piccola partita di libri da vendere agli eventi prima che la prima tiratura fosse pronta, ma a caro prezzo: hanno dovuto prendere pagine slegate, riunendole a mano e facendole rilegare, spedire nottetempo alle location degli eventi.

“È l’incubo di un editore”, ha detto Josh Glusman, vice presidente e direttore editoriale della Norton.

La Norton ha anche faticato a rispondere alla domanda inaspettata per il romanzo The Overstory di Powers, che è stato pubblicato ad aprile con una prima tiratura di 25.000 copie. Le vendite hanno continuato a salire nel corso dell’anno, e hanno sono state stimolate quando il romanzo è arrivato finalista al Man Booker Prize.

A metà ottobre, preoccupati che le scorte sarebbero terminate appena prima delle vacanze, la Norton ha ordinato una decima tiratura del libro, 10.000 copie in più. Di solito, per un ordine a priorità urgente ci vogliono due settimane, ma è stato comunicato alla Norton che ci sarebbero voluti due mesi. Le nuove edizioni sono arrivate nel magazzino della casa editrice il 17 dicembre, ma le copie dovevano ancora arrivare ai punti vendita in tempo per le compere natalizie. La Norton ha appena ordinato l’undicesima tiratura, che porterà il totale delle copie in circolazione a 115.000.

In tilt anche Amazon e le librerie

Troppa domanda anche per Amazon e le librerie.

Eppure, potrebbe essere troppo tardi per alcuni di coloro che stanno facendo acquisti per le vacanze. “La domanda ha piacevolmente superato le aspettative,” ha detto Mr. Glusman. “Esiste qualcosa di simile a ‘troppa domanda’?”

Le carenze delle tipografie hanno messo in difficoltà grandi e piccoli punti vendita, anche se una grande compagnia come Amazon può attutire l’impatto delle vendite perse più facilmente di una libreria indipendente.

I negozi Barnes & Noble hanno subito “una distribuzione limitata, ritardi nelle date di pubblicazione, e consegne minuto per minuto arrivate appena in tempo, che hanno alzato le spese di spedizione” ha detto Tim Mantel, responsabile dell’area merchandising di Barnes e Noble.

Anche le librerie indipendenti hanno avuto difficoltà a rispondere alla domanda dei best-seller inaspettati, anche se molte di esse hanno fatto ordini più consistenti quest’anno aspettandosi di avere scorte insufficienti durante il periodo delle vacanze.

Catherine Bock, responsabile degli ordini alla Parnassus Books di Nashville, ha detto che il negozio ha terminato alcuni titoli popolari, tra cui Asymmetry e Salt, Fat, Acid, Heat.

Robert Sindelar, manager di Third Place Books di Seattle, ha detto che quest’anno è stato insolitamente difficile rifornirsi dei titoli di tendenza. Il suo punto vendita ha esaurito la biografia di Frederick Douglass prima del Ringraziamento. Ha venduto tutte le sue copie di Salt, Fat, Acid, Heat circa una settimana fa. Ne ha da poco ricevuto una piccola partita, ma erano copie in pre-ordine, ha detto. “Ne avremmo potute vendere altre cento.”

La signora Nosrat, il cui libro di cucina è uscito nell’aprile del 2017 e ha venduto quasi 300.000 copie, ha detto che lei e il suo agente hanno capito all’inizio di dicembre che suo libro sarebbe andato esaurito prima delle vacanze, dopo un’ulteriore tiratura di 30.000 copie.

“È stato un pugno allo stomaco,” ha detto Nosrat. “Ma sono consapevole che questa qui è una difficoltà che si incontra raramente, e che si è fortunati ad avere.”

Appunto, fortunati di avere.

Alexandra Alter copre il mondo dell’editoria e dei libri per il “New York Times”. Prima di entrare a far parte nel 2014 della redazione del quotidiano di New York, ha curato la rubrica di libri e cultura del “The Wall Street Journal”, dove è stata reporter per sette anni. Si è laureata in religione alla Columbia University e ha successivamente ha seguito un master in religione e giornalismo sempre alla Columbia.

Lucrezia Pei, di Narni (Roma), studia alla facoltà di Lettere indirizzo Lingue all’Università La Sapienza. Traduce dall’inglese e dal francese e si è specializza nella formazione editoriale. Dopo l’esperienza presso varie case editrici, ha tradotto per goWare due volumi della collana goProf (parte di una serie dedicata alla leadership e alla letteratura) e curerà a breve la traduzione del terzo, ancora inedito. Alcuni suoi racconti a quattro mani sono stati pubblicati, sotto pseudonimo, in diverse antologie.

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Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.