Steve Jobs: dal computo alla comunicazione

Il futuro è del software e di Internet

Mario Mancini
3 min readJan 2, 2020

Estratto e adattamento dall’intervista di Steve Jobs a Bob Cringely del 1995, conosciuta come “L’intervista perduta”

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La confezione di NEXTSTEP, il sistema operativo, l’ambiente di sviluppo e la suite di applicazioni, prima dei computer NeXT e poi dei MAC.

Il software e lo sviluppo orientato agli oggetti

È chiaro che l’innovazione nell’industria del computer, oggi, deve riguardare il software. Nel software non c’è stata ancora alcuna rivoluzione nel modo in cui lo sviluppiamo. Almeno non di recente.

L’innovazione nell’industria dei computer si concentra sul software. Non c’è stata una vera rivoluzione nel nostro modo di creare software negli ultimi vent’anni. Anzi, di fatto la situazione è peggiorata.

Se il Macintosh è stato rivoluzionario per aver facilitato ll’utilizzo del computer all’utente, per gli sviluppatori è stato il contrario. Lo sviluppatore ha pagato tutto il prezzo di quell’innovazione: progettare software è diventato tanto complicato quanto è diventato facile per l’utente usarlo.

Il software si è infilato in tutto quello che facciamo. Per le aziende si tratta di una delle armi più competitive.

Il colpo più clamoroso degli ultimi anni è stato Friends and Family. Friends and Family della MCI. È stato il colpo dei colpi degli ultimi dieci anni.

Il sistema di sviluppo di NEXTSTEP e poi di OPENSTEP per creare siti web dinamici.

Di che si trattato? È stata un’idea brillante: un software di fatturazione dedicato. AT&T non ha risposto per un anno e mezzo, regalando alla MCI milioni di dollari in quote di mercato, non perché quelli di AT&T fossero stupidi, ma perché non sono riusciti a sviluppare in tempo il software di fatturazione.

Ecco, in modi come questo o ancora più piccoli, il software è diventato una forza formidabile nel mondo. Per fornire nuovi prodotti e servizi, sia in Internet sia personalizzati. Il software sta diventando una leva potentissima nella nostra società.

E un’altra delle idee brillanti che prendemmo da Xerox PARC nel 1979, ma che allora non capii chiaramente, fu l’object oriented technology.

Noi l’abbiamo perfezionata e commercializzata e siamo diventati i maggiori fornitori al mondo di questa tecnologia.

L’object oriented technology ti permette di scrivere software di maggiore qualità e dieci volte più in fretta. Perciò questo è quello che facciamo con NeXT. Un’impresa di dimensioni medio grandi, il più grande fornitore di oggetti del mondo. Siamo un’azienda da 50 o 75 milioni di dollari. Abbiamo circa trecento persone e ci occupiamo di questo.

Internet, la svolta sociale del computer

Ecco, io credo che Internet e il Web saranno la grande svolta. Oggi stanno accadendo due cose eccitanti nel mondo del software e della comunicazione. Una sono gli oggetti, l’altra è il Web.

Il Web è incredibilmente eccitante, perché è la realizzazione del sogno di tutti noi: che il computer non sia principalmente uno strumento di calcolo, ma piuttosto un mezzo di comunicazione. E con il Web questo sogno finalmente si avvera. E poi è eccitante che non sia sotto il controllo di Microsoft, e quindi ci sarà un’enorme ondata di innovazione.

Credo che il Web trasformerà in maniera profonda la nostra società. Come sai, circa il 15% dei beni e dei servizi negli Stati Uniti viene venduto per mezzo di cataloghi o in televisione. Tutto questo, e anche di più, avverrà d’ora in poi tramite il Web. Miliardi e miliardi. Presto decine di miliardi di dollari di beni e servizi saranno venduti via Web. Vedila in questo modo: si tratta di un canale di distribuzione totalmente diretto al cliente. Oppure pensa al fatto che sul Web l’azienda più piccola del mondo avrà la stessa visibilità della più grande.

Perciò penso che fra una decina d’anni sarà il Web la tecnologia più influente. Che farà la storia del computer. La svolta sociale del computer. Credo che sarà una cosa enorme e che infonderà nuova vita al personal computer. Sarà una cosa enorme, sì.

Il Web aprirà orizzonti completamente nuovi anche per il software.

Non è un mondo meraviglioso?

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Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.