Le radici filosofiche del movimento woke

Il ruolo del pensiero di Michel Foucault

Mario Mancini
4 min readFeb 7, 2025

Vai agli altri articoli della serie “La società liberale e i suoi nemici

La contrapposizione MAGA-Woke

Il panorama politico e culturale americano contemporaneo è caratterizzato dalla profonda contrapposizione tra due movimenti: MAGA e woke. Il primo, guidato da una retorica populista e conservatrice, si è posto come strenuo difensore dei valori tradizionali americani contro quello che definisce un “eccesso di politicamente corretto”. I sostenitori MAGA accusano il movimento woke non solo di minare i principi fondamentali della società americana, ma di promuovere un’agenda progressista radicale che mira a sovvertire l’ordine costituito.

Il movimento woke, emerso come risposta alle persistenti disparità sociali, al razzismo sistemico e alle discriminazioni di genere, trova le sue radici intellettuali nel post-strutturalismo di Michel Foucault. La sua analisi critica del potere e delle sue manifestazioni ha profondamente plasmato la teoria critica contemporanea, fornendo gli strumenti concettuali per decostruire le strutture di oppressione nascoste nella società.

L’eredità foucaultiana nel pensiero woke si manifesta principalmente nella concezione del potere come rete capillare che permea ogni aspetto della società. Secondo questa visione, il potere non si esercita solo attraverso istituzioni formali, ma si diffonde attraverso il linguaggio, le pratiche culturali e le interazioni quotidiane. Le discriminazioni, quindi, non sono semplicemente il risultato di leggi inique, ma di strutture discorsive profondamente radicate che perpetuano gerarchie e stereotipi.

Questa comprensione ha portato il movimento woke a sviluppare strategie di resistenza che vanno oltre la semplice riforma legislativa. L’obiettivo diventa la decostruzione sistematica dei meccanismi di potere attraverso una ridefinizione del linguaggio, la promozione di narrative alternative e la contestazione delle “verità” considerate oggettive.

L’influenza di Foucault sul pensiero woke

La critica foucaultiana alla presunta oggettività della verità trova particolare risonanza nella contestazione woke delle istituzioni tradizionali. Il sistema giudiziario, educativo e mediatico viene analizzato non come entità neutra e imparziale, ma come prodotto di specifiche dinamiche di potere che riflettono e perpetuano privilegi storicamente costituiti. Questa prospettiva ha portato a una profonda critica delle strutture istituzionali e alla richiesta di una loro radicale trasformazione.

Il concetto foucaultiano di biopolitica — l’idea che il potere moderno si eserciti principalmente attraverso il controllo dei corpi mediante norme sociali e istituzioni — ha profondamente influenzato l’approccio del movimento woke alle questioni di genere e identità. La contestazione delle categorie binarie tradizionali e la promozione di identità fluide derivano dalla comprensione del modo in cui il potere disciplina e normalizza i corpi attraverso classificazioni rigide e predeterminate.

Durante la presidenza Trump, l’opposizione al movimento woke è diventata elemento centrale e unificante della retorica MAGA. Trump ha abilmente utilizzato questa contrapposizione per consolidare il consenso tra i conservatori, dipingendo il wokeismo come una forma di censura ideologica e vittimismo esasperato che minaccia i fondamenti stessi della società americana.

La visione foucaultiana della resistenza come pratica diffusa e multiforme si riflette nelle diverse strategie adottate dal movimento woke. Queste spaziano dall’attivismo digitale alle azioni dimostrative concrete, come la rimozione di simboli coloniali o la contestazione di termini considerati discriminatori, creando un repertorio di pratiche di resistenza che sfidano le strutture di potere esistenti.

Sapere, potere e trasformazione sociale

L’influenza di Foucault si estende in modo particolare alla concezione del sapere come intrinsecamente legato al potere. Il movimento woke ha fatto propria questa visione, contestando l’apparente neutralità della conoscenza accademica e scientifica. Ogni disciplina viene analizzata come prodotto di specifiche strutture di potere, portando a una critica radicale dei curricula tradizionali e alla promozione di prospettive storicamente marginalizzate.

La resistenza, nell’ottica foucaultiana, non si configura come tentativo di eliminare completamente il potere — obiettivo considerato utopico e irrealizzabile — ma come processo continuo di rinegoziazione delle sue dinamiche. Il movimento woke incarna questa visione attraverso un attivismo che non mira tanto alla conquista del potere tradizionale, quanto alla trasformazione radicale delle strutture sociali esistenti e alla creazione di nuovi spazi di autonomia e autodeterminazione.

A differenza di Foucault, che si concentrava principalmente sulla critica teorica delle strutture di potere, il movimento woke ha tradotto questi principi in un programma di azione politica concreta. Questo ha portato allo sviluppo di pratiche di resistenza innovative che combinano la consapevolezza teorica con l’impegno per il cambiamento sociale concreto.

La reazione del movimento MAGA a queste istanze di trasformazione sociale riflette una profonda ansietà conservatrice di fronte al cambiamento culturale. La difesa dei valori tradizionali diventa così non solo una posizione politica, ma una vera e propria battaglia culturale per la preservazione di un ordine sociale percepito come minacciato.

In conclusione, il confronto tra MAGA e woke rappresenta molto più di una semplice divisione politica contingente: è l’espressione di uno scontro fondamentale tra diverse concezioni del potere, della giustizia sociale e del cambiamento culturale. L’eredità foucaultiana nel movimento woke ha fornito gli strumenti teorici per analizzare e contestare le strutture di potere esistenti, mentre la reazione MAGA rispecchia la resistenza dell’ordine tradizionale a questi tentativi di trasformazione sociale. Questa contrapposizione, lungi dall’esaurirsi, sembra destinata a caratterizzare il dibattito politico e culturale americano ancora per molto tempo.

--

--

Mario Mancini
Mario Mancini

Written by Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.

No responses yet