Le canzoni su “Il tema di Lara”
Come la melodia del “Dottor Živago” è diventata un classico senza tempo
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Il caso letterario del secolo
Il Dottor Živago di Boris Pasternak, oltre a vincere il Premio Nobel e ispirare un film pluripremiato, è stato, in piena guerra fredda, un intrigante caso letterario internazionale che ha visto come protagonista l’editore italiano Giangiacomo Feltrinelli.
Il romanzo fu scritto da Pasternak tra il 1946 e il 1955, durante un periodo in cui lo scrittore era stato escluso dagli ambienti letterari ufficiali sovietici. La pubblicazione dell’opera fu caratterizzata da vicende editoriali tumultuose che mi richiamamo alla mente il “Sipario strappato” di Alfred Hitchcock.
Nel 1956, il giornalista Sergio D’Angelo si recò in Unione Sovietica su incarico di Feltrinelli per trovare opere di interesse per il pubblico occidentale.
Venuto a conoscenza della conclusione del romanzo di Pasternak, D’Angelo si recò a casa dell’autore e gli propose di pubblicarlo in Italia. Nel frattempo, le autorità sovietiche avevano negato la pubblicazione del romanzo in patria e l’editore Novyj Mir aveva restituito il manoscritto con una lettera di rifiuto.
Convinto dell’importanza di pubblicare l’opera all’estero, Pasternak, allora, firmò un contratto con Feltrinelli. Nel giugno 1956, il manoscritto fu consegnato a Pietro Zveteremich, che preparò una recensione entusiastica. A questo punto Giangiacomo Feltrinelli si convinse a procedere con la pubblicazione nonostante si facessero sentire le pressioni del governo sovietico.
Il Dottor Živago fu finalmente pubblicato in Italia il 15 novembre 1957, con una tiratura iniziale di 3.000 copie. L’edizione italiana fu presentata ufficialmente il seguente 22 novembre a Milano.
L’anno successivo, Boris Pasternak fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura, ma fu costretto a rinunciarvi sotto la pressione delle autorità sovietiche.
Il romanzo rimase proibito in URSS fino al 1988, quando la politica di liberalizzazione promossa da Mikhail Gorbachev, la glasnost, ne consentì finalmente l’uscita in Russia.
Il romanzo di Pasternak suscitò un clamore internazionale con pochi precedenti attirando l’attenzione di produttori e registi.
Il film
David Lean, già noto per capolavori come ‘Lawrence d’Arabia’ e ‘Il ponte sul fiume Kwai’, si aggiudicò l’adattamento cinematografico, affascinato dalla storia di Živago e dalla sua capacità di catturare l’anima della Russia.
Nel 1965, “Dottor Živago” arrivò sul grande schermo con un cast stellare: Omar Sharif nei panni di Juri Živago, Julie Christie in quelli di Lara e Geraldine Chaplin, figlia di Charlie Chaplin, nel ruolo di Tonja. Rod Steiger interpretò il cinico Komarovskij, Alec Guinness il fratello di Juri, generale dell’Armata Rossa, e Klaus Kinski il rivoluzionario Kostoyed Amoursky.
Il film della durata di 3 ore 19 minuti fu un grande successo al botteghino, diventando il più visto dell’anno in molti paesi. A valore attuale, si stima che abbia incassato oltre un miliardo di dollari negli Stati Uniti. La pellicola fu premiata con cinque Oscar, tra cui quello per la colonna sonora, di cui parleremo a breve.
La nascita del Tema di Lara
Il film fu musicato dal compositore francese Maurice Jarre (padre di Jean-Michel), già noto per la colonna sonora di “Lawrence d’Arabia”.
Per il Tema di Lara puntava a una melodia con una forte impronta russa, senza però voler attingere direttamente al folklore, che conosceva bene grazie ai suoi studi di musica russa al Conservatorio di Parigi.
Inizialmente, Lean non fu completamente soddisfatto delle proposte di Jarre, ma al compositore l’ispirazione giunse inaspettata durante un ritiro montano in California. Il tema risultante, con il suo crescendo orchestrale e l’accompagnamento di ventidue balalaike riuscì a evocare un’emozione tale da convincere Lean a utilizzarlo ampiamente nelle scene chiave del film.
La popolarità del “Tema di Lara” fu immediata e travolgente: il sito Second Hand Songs ne elenca oltre 450 cover, la maggior parte delle quali sono rielaborazioni orchestrali.
Le versioni pop del Tema di Lara
Particolarmente interessanti sono le varie versioni pop di “Somewhere my love, there will be songs to sing”, un testo del paroliere americano Paul Francis Webster sulla melodia di Lara.
Nel 1967 “Somewhere My Love” viene interpretato in modo particolarmente sdolcinato da Ray Conniff and The Singers, con un arrangiamento denso di trilli e cori melodiosi tanto da farne un’interpretazione eccessivamente melensa, lontana dall’atmosfera malinconica del “Dottor Živago”.
Nello stesso anno, Connie Francis propone una versione cantata più prossima allo spirito del film. La sua canzone, infatti, sembra cogliere la duplice prospettiva del film, sottolineando non solo l’amore di Juri per Lara, ma anche il punto di vista femminile della storia.
Anche l’interpretazione di Andy Williams, fedele al tema di Jarre, si apre con un suono che evoca quello di una balalaika. La sua voce morbida e profonda conferisce al brano un’atmosfera romantica ma, con l’ingresso del coro, il pezzo diviene eccessivamente sdolcinato.
Due versioni strumentali, quella di Charlie Byrd del 1968 e quella di Hank Marvin del 1969, offrono interpretazioni alternative. Byrd propone un arrangiamento malinconico, mentre Marvin opta per un sound più esotico.
Nel 1972, Red Steagall propone una reinterpretazione country-western di “Somewhere My Love”, caratterizzata da un violino malinconico e un banjo dal suono inconfondibile.
Kenny Rogers, invece, opta per un approccio più sentimentale, con una voce calda e un’introduzione orchestrale struggente.
La versione di Van McCoy del 1977 si discosta notevolmente dall’originale di Jarre. Questa produzione discografica presenta evidenti similitudini con il celebre “Theme from Shaft”, allontanandosi così dall’atmosfera intima e malinconica del film.
Negli anni successivi, le cover si fanno meno frequenti: le interpretazioni di “Somewhere My Love” hanno prevalentemente una connotazione sentimentale, talvolta eccessiva, che predilige l’atmosfera melodrammatica del film. Tra queste anche l’inconfondibile interpretazione di Frank Sinatra.
Dove non so
Anche la musica pop italiana ha accolto la melodia del “Tema di Lara” con un testo scritto da Giorgio Calabrese. “Dove non so” è diventato un classico, grazie all’interpretazione intensa di Rita Pavone.
Nel 2000 Orietta Berti ha presentato una sua versione, molto melodica accompagnata essenzialmente da pianoforte e timpani.
Il testo di “Dove non so” si ispira al doloroso momento in cui Juri e Lara sono costretti a separarsi, a causa delle turbolenze della Rivoluzione russa. Nonostante la dolorosa separazione, il testo è permeato da una struggente speranza di un futuro ricongiungimento che però non avverrà mai.
Andrea Bocelli ha inciso in francese una Chanson de Lara che ha interpretato anche in coppia con Arisa.
Infine Patti Pravo ha suggestivamente rivisitato il tema di Lara in un pezzo scritto da Vasco Rossi. Si tratta di E dimmi che non vuoi morire, Cover di Lara. Bellissimo brano.
Il prossimo anno, in occasione del sessantesimo anniversario del capolavoro di Lean, è lecito attendersi un risvegliato interesse nei confronti della pellicola e della sua memorabile colonna sonora.
Fonte: Paul David Gould, Lara’s Theme — melody from Dr Zhivago travelled far and wide, “The Financial Times”, 29 settembre 2024
Le parole sulla melodia del Tema di Lara
di Paul Francis Webster
Somewhere, my love there will be songs to sing
Although the snow covers the hope of spring
Somewhere a hill blossoms in green and gold
And there are dreams all that your heart can hold
Someday we’ll meet again my love
Someday whenever the spring breaks through
You’ll come to me out of the long ago
Warm as the wind, soft as the kiss of snow
Lara my own, think of me now and then
God speed my love till you are mine again
You’ll come to me out of the long ago
Warm as the wind soft as the kiss of snow
Till then my sweet think of me now and then
God speed my love ’til you are mine again
di Hubert Charles Victor Chambet
Un jour Lara
Quand le vent a tourné
Un jour Lara
Ton amour t’a quitté
Tes yeux Lara
Revoient toujours ce train
Ce dernier train
Partant vers le chagrin
Le ciel était couvert de neige
Au loin déjà l’horizon brûlait
Cette chanson
Que chantaient les soldats
C’était si bon
Serré entre tes bras
Au bord des pleurs
Tu souriais Lara
Oubliant l’heure
La guerre, la peur, le froid
Le ciel était couvert de neige
Au loin déjà le canon tonnait
Un jour Lara
Quand tournera le vent
Un jour Lara
Ce sera comme avant
Alors cet air comme un manège
Pour toi sera ta chanson
Lara
di Giorgio Calabrese
Dove non so
Ma un giorno ti vedrò
E fermerò
Il tempo su di noi
Dove non so
Ma un posto ci sarà
Da dove noi
Non torneremo mai
Forse
Sarà domani o no
Forse
Lontano di qui o no
Con te verrò
Ovunque tu vorrai
Da dove noi
Non torneremo mai
Dove non so
Ma ti ritroverò
E fermerò
Il tempo su di noi