Il pasto del Ringraziamento non è etico
di Peter Singer
Via agli altri saggi della serie “L’etica pratica di Peter Singer”
Vai agli altri articoli della serie “Sostenibilità e nuovi stili di vita”
Vai agli altri articoli della serie “Tendenze attuali”
Se 46 milioni vi sembran pochi
Quando insegno l’etica pratica, incoraggio i miei studenti a portare le nostre discussioni agli amici e ai familiari. Per gli americani non c’è migliore occasione per una conversazione sull’etica del cibo il giorno del Ringraziamento, la festa in cui, più di ogni altra, le famiglie si riuniscono attorno a un tavolo. Conscio di ciò, organizzo gli argomenti del mio corso in modo che le questioni relative al cibo e all’etica siano affrontate poco prima del Ringraziamento.
Il tacchino è la pietanza principale del pasto del Ringraziamento, quindi è questo il punto su cui iniziare la conversazione. Secondo la National Turkey Federation, circa 46 milioni di tacchini vengono uccisi ogni anno per il giorno del Ringraziamento, una parte considerevole dei 300 milioni di tacchini che gli americani portano in tavola ogni anno. La stragrande maggioranza, almeno il 99 percento, viene cresciuta in allevamenti industriali. Per molti aspetti, le loro vite sono come quelle dei polli allevati in batteria. I tacchini appena nati vengono messi in incubatrici e poi, prima che vengano inviati ai produttori di carne e, come polli, sono debeccati, subiscono il taglio degli artigli e, per i tacchini maschi, la recisione del bargiglio, la protuberanza carnosa che pende sotto il becco del maschio. Tutto ciò avviene senza anestesia, nonostante il dolore che chiaramente queste menomazioni procurano. Il becco, per esempio, non è solo un tessuto corneo come l’unghia. È ricco tessuto nervoso che permette al tacchino di esplorare il terreno e selezionare qualcosa di commestibile da qualcosa che non lo è.
Mutilazioni agghiaccianti
La ragione di queste mutilazioni è che i volatili saranno rinchiusi in capannoni scarsamente aerati, dove vivranno il resto della loro vita fianco a fianco a migliaia di altri uccelli. L’aria olezza di ammoniaca prodotta dagli escrementi degli uccelli che si accumulano nei quattro o cinque mesi che i tacchini vivono nei capannoni. In queste condizioni innaturali e stressanti, i tacchini possono beccare o artigliare altri uccelli e possono anche verificarsi casi di cannibalismo. Il bargiglio viene rimosso perché spesso è il bersaglio dell’aggressione di altri uccelli.
Quando i volatili raggiungono il peso di mercato, vengono privati di cibo e acqua, radunati alla rinfusa (i video girati in incognito mostrano i tacchini che vengono raccolti e gettati nelle casse di spedizione) e trasportati al macello. Ogni anno, centinaia di migliaia non arrivano nemmeno a destinazione: muoiono per lo stress del viaggio. Tutto questo accade perché, come per i polli, non c’è alcuna garanza di una morte umana: il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti interpreta l’Human Slaughter Act come non applicabile ai volatili.
Una differenza tra tacchini e polli è che i tacchini hanno subito delle alterazioni biologiche per dilatare il petto, che è considerato la parte più prelibata della carne di tacchino. Questo processo è andato così avanti che il tacchino americano standard, denominato Broad Breasted White, è incapace di accoppiarsi perché il petto rigonfiato del maschio impedisce l’atto sessuale. Ecco, dico ai miei studenti, una domanda interessante per iniziare una conversazione intorno al tavolo del Ringraziamento. Gli dico: «Indicate il tacchino sul tavolo e chiedete: se i tacchini non possono accoppiarsi, come è nato questo tacchino?»
Alcuni anni fa, ho collaborato con Jim Mason, cresciuto in una fattoria nel Missouri, per scrivere un libro intitolato The Ethics of What We Eat. Jim decise di vedere di persona come vengono trattati le centinaia di milioni di tacchini sessualmente disabili. Un giorno vide che Butterball, un grande produttore industriale e trasformatore di tacchini, cercava personale per la sua squadra di inseminazione artificiale a Carthage, nel Missouri. Non era richiesta alcuna esperienza precedente.
Jim superò un test antidoping e fu preso al lavoro. Il suo primo compito fu quello di catturare i tacchini maschi per le gambe e tenerli all’ingiù in modo che un collega potesse masturbarli. Quando lo sperma usciva, un operatore usava una pompa a vuoto per raccoglierlo in una siringa. Ciò avveniva in serie e quando lo sperma, diluito con un “estensore”, riempiva interamente la siringa, ci si trasferiva nel pollaio delle femmine. Ma qui qualcosa di peggio attendeva Jim. Era l’inseminazione delle femmina.
Il racconto di Jim Mason
Ecco il suo racconto:
Dovevo afferrare una gallina per le caviglie, cercando di tenere con una mano sia i piedi che le zampe. Le galline pesavano da 9 a 23 chili e se terrorizzate, battevano le ali e si divincolavano in preda panico. Questo avveniva ogni settimana per più di un anno, e a loro non piaceva affatto. Una volta afferrata con una mano la gallina, dovevo stenderla, bocconi, con il ventre i giù, sul bordo di una buca. Con la mano libera dovevo tirare verso l’alto le piume della coda. Con l’altra mano stendevo i piedi in modo che la gallina tenesse la schiena dritta e la bocca aperta. L’inseminatore infilava il pollice proprio sotto la presa d’aria e la spingeva fino all’ovidotto. Inseriva quindi una cannula con lo sperma collegata all’estremità di un compressore d’aria e tirava un grilletto, rilasciando un flusso d’aria compressa che spingeva la soluzione di sperma dalla cannula all’ovidotto della gallina. Poi lasciavo andare la gallina che sgusciava via.
Jim doveva “preparare” una gallina ogni 12 secondi, 300 l’ora, per 10 ore al giorno. Doveva evitare gli escrementi dei volatili in preda al panico insieme a un fiume di ingiurie verbali da parte del caporeparto se non avesse tenuto il passo. È stato, mi ha detto, “il lavoro più duro, più frenetico, più sporco, più schifoso e più mal pagato che avessi mai fatto”.
Le alternative al tacchino
Torniamo al tavolo del Ringraziamento. Ora che la famiglia comprende esattamente come il pasto che stanno mangiando è stato preparato e il tipo di sofferenza che ha procurato, chiedo ai miei studenti di chiedersi se un simile trattamento degli animali è etico. Se la risposta è no, allora qualcosa deve essere cambiato per celebrare il Ringraziamento dell’anno successivo, perché la nostra volontà di acquistare tacchini prodotti industrialmente è l’unico incentivo per l’industria dei tacchini a continuare a operare con così scarso rispetto per gli animali.
Ci sono anche altre opzioni al tacchino industriale. Un tacchino di una razza capace di accoppiarsi, allevato al pascolo e non mutilato, costerà quattro volte tanto il tacchino allevato industrialmente, ma almeno ci sarà la certezza che il volatile ha avuto una vita accettabile. Ci sono state accuse di frode nei confronti di produttori che, pur allevando all’aperto qualche centinaio tacchini, immettevano sul mercato carni di animali che non avevano mai visto la luce del sole. Se ci si vuol veramente assicurare che il pasto del Ringraziamento sia etico c’è un bel po’ di lavoro per controllare l’affidabilità del produttore.
L’alternativa, naturalmente, è un pasto del Ringraziamento a base vegetale, che, oltre a evitare ogni correità nella crudeltà verso gli animali, è migliore per l’ambiente e anche per la salute. Se si cerca “Vegetarian Thanksgiving” sul sito del “New York Times” si troveranno tantissime deliziose ricette adatte per l’occasione. O se non si vuol cucinare, si può sempre comprare un tofurkey.
La gente dirà che il tacchino è tradizione del Ringraziamento. In realtà non è chiaro se i pellegrini mangiassero tacchino in quel primo Ringraziamento nel 1621, ma una cosa è certa: non avranno certamente mangiato un Broad Breasted White allevato industrialmente.