I 40 anni del Macintosh

Le firme del team Mac sulla scocca del Macintosh 128K

Mario Mancini
5 min readJan 28, 2024

di Andy Hertzfeld

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Alcuni componenti del team Mac. Herzfeld è in piedi al centro con gli occhiali. 1984, Fotografia di Norman Seeff.

Febbraio 1984

Il 24 gennaio 1984 la Apple iniziò le vendite del Macintosh 128K M0001. Un team giovane e anticonformista aveva lavorato incessantemente per 5 anni, prima sotto la guida di Jef Raskin e poi dal 1980 sotto la direzione Steve Jobs, per creare un computer semplice e sofisticato, progettato per stimolare la creatività e anche per migliorare la produttività individuale.

Sulla parte interna del case, cioè l’involucro di plastica di colore beige chiaro che conteneva i componenti del sistema, furono incise 48 firme del gruppo che lo aveva sviluppato. Il team Mac in realtà era di un centinaio di persone. La cerimonia per la firma si tenne 10 febbraio 1984.

Ci è arrivata una ricostruzione di quell’evento da parte di uno delle figure di primo piano di quel team, Andu Hartzfel che può essere considerato l’architetto del sistema operativo.

Di seguito la sua testimonianza.

Buona lettura.

La firma sulla scocca interna del Macintosh 128K,

I valori artistici

Il componente hardware del Macintosh che ha richiesto il maggior tempo di sviluppo è stato il case di plastica. Dopo aver perfezionato il design del case per più di sei mesi e aver prodotto una piccola serie di 50 unità con un case realizzato con un materiale morbido, verso la fine di febbraio 1982 il design finale era pronto per andare in produzione in modo da rispettare la data di consegna a cui miravamo in quel periodo, ovvero il gennaio 1983.

Il team del Mac aveva svariate motivazioni, ma il tratto comune era l’amore per i valori artistici.

Innanzitutto, Steve Jobs si considerava un artista e incoraggiava il team di progettazione a pensare di se stesso in modo analogo. L’obiettivo non era battere la concorrenza o fare soldi; era fare la cosa più grande possibile, e anche un po’ di più.

Steve enfatizzava spesso il tema artistico; per esempio, portò l’intero team in una gita nel 1982 al museo di Louis Comfort Tiffany, perché Tiffany era un artista che aveva imparato a produrre in serie il suo lavoro.

La firma sulla scocca

Dato che il team del Macintosh era composto da artisti, era giusto firmare il nostro lavoro. Steve ebbe l’incredibile idea di far incidere la firma di ciascun membro del team sul case di plastica, in modo che i nostri nomi apparissero all’interno di ogni Mac che usciva dalla linea di produzione.

La maggior parte dei clienti non li avrebbe mai visti, poiché era necessario un cacciavite speciale per aprire il Mac, ma eravamo orgogliosi di sapere che i nostri nomi erano lì, anche se nascosti alla vista.

Organizzammo una festa per la firma dopo una delle nostre riunioni settimanali. Era il 10 febbraio 1982. Jerry Mannock, il responsabile del team di design industriale, stese un grande foglio di carta da disegno sul tavolo per raccogliere le nostre firme.

La cerimonia della firma

Steve fece un breve discorso sull’importanza difirmare il lavoro degli artisti. Poi torta e champagne furono serviti mentre steve chiamava ciascun membro del team a farsi avanti per firmare con il proprio nome a beneficio della posterità.

Burrell (Burrell Carver Smith, il progettista della scheda madre del Mac) ebbe l’onore simbolico di firmare per primo, seguito poi dai membri del team del software.

Ci vollero circa quaranta minuti per far firmare tutti i trentacinque membri del team [in realtà si contano 48 firme]. Steve aspettò fino alla fine, quando scelse un punto vicino al centro superiore e firmò con un gesto plateale.

La crescita del team

Eravamo consapevoli che il team stava crescendo rapidamente e, tra qualche mese, ci sarebbe stata una nuova leva di persone che meritavano di firmare il Mac.

Decidemmo allora di porre un limite alla data della cerimonia della firma e di non permettere nuove firme dopo quella scadenza, ma sapevamo che sarebbe stato difficile attenersi a questa decisione.

Volevamo anche aggiungere le firme di alcuni importanti soggetti che avevano lasciato il progetto: Steve Wozniak, Jef Raskin e Bud Tribble.

Nel corso dei mesi successivi, le firme di alcune persone che non facevano parte del team al momento della cerimonia del 10 febbraio 1984 riuscirono a entrare nel Mac.

Per un po’, Rod Holt mantenne la linea, ma alla fine Bob Belleville, che fu assunto nell’aprile 1982 come responsabile del software ma presto divenne il responsabile dell’ingegneria generale quando Rod Holt andò in pensione, decise di aggiungere il proprio nome.

Inserì anche alcuni altri personaggi chiave, come il responsabile del marketing Mike Murray e l’evangelista Mike Boich, che aveva iniziato prima di lui e che altrimenti non avrebbe avuto l’incisione.

Stop alle firme

E poi, nel tempo, i nomi cominciarono gradualmente a scomparire per ragioni pratiche, mentre Apple modificava il case per renderlo più facile da produrre. Alcune cose furono cambiate anche prima del lancio, alcune delle firme furono oscurate.

Ogni volta che il case veniva revisionato, più nomi venivano tralasciati, come dettato dalla natura della revisione, fino a quando un numero sostanziale di essi scomparve.

Non sono sicuro quale modello sia stato l’ultimo a mostrare tutte le firme, ma sono abbastanza sicuro che il Macintosh Classic, nei primi anni Novanta, non ne aveva più alcuna.

[In realtà le firme sono anche sul Classic e sull’SE]

Andrew Jay Hertzfeld (1953) è uno sviluppatore che è stato membro del team originale di sviluppo del Macintosh durante gli anni ’80. Dopo aver visto le enormi potenzialità dell’Apple II, acquistato gennaio 1978, ha iniziato a lavorare alla Apple Computer nell’agosto 1979. Nel 1980 è entrato nel team Mac dove è stato il progettista del software di sistema operativo del Macintosh. Nel marzo 1984 ha lasciato la Apple per contrasti con il manager del software della divisione Macintosh, Bob Belleville.
Dopo aver lasciato Apple, Hertzfeld ha co-fondato tre aziende: Radius nel 1986, General Magic nel 1990 ed Eazel nel 1999. Nel 2002, ha aiutato Mitch Kapor a promuovere il software open source con l’Open Source Applications Foundation. Hertzfeld ha lavorato presso Google dal 2005 al 2013, dove nel 2011 è stato il principale progettista dell’interfaccia utente Circles in Google+.

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Mario Mancini
Mario Mancini

Written by Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.

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