I 20 anni di Wikipedia

Il sogno di Diderot e d’Alembert

Mario Mancini
8 min readJan 22, 2021

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L’anima perduta di Internet

Forse Wikipedia è una delle poche realtà di Internet che ha mantenuto lo spirito originario della rete. Anzi, forse rappresenta veramente il modello che andiamo cercando per evitare che i contenuti creati dagli utenti sfuggano di mano, come succede drammaticamente nella esperienza dei social media.

I fondatori di Wikipedia si sono inventati un sistema di controllo e verifica dei contenuti generati dagli utenti che ha resistito alla prova del tempo ed è andato sempre più raffinandosi. Nessuno ormai pensa più che ciò che si trova su Wikipedia sia lontanamente paragobabile a una fake news.

Quando succede che una informazione non corrisponda alle norme compilative stabilite dal sito, piuttosto severe e — a dire il vero — intimidanti, il lettore ne viene subito informato e quindi può pesare il valore di quell’informazione. L’utente è ancora al centro del sistema, come nei social media, ma non viene lasciato allo stato brado, riceve una spinta gentile verso la responsabilità nei confronti delle fonti.

Pesare il valore del contenuto, senza censurarlo, questa è la forza di Wikipedia.

Non è che Wikipedia sia totalmente invulnerabile da vandalismi, da tendenziosità o da semplici burle. Sta di fatto che il sito ha messo in atto degli strumenti efficaci per prevenirli e poi combatterli.

Per esempio, per le recenti elezioni presidenziali americane, la modifica degli articoli è stata limitata agli account con più di 30 giorni di anzianità e con almeno 500 modifiche al loro attivo.

Un elefante bianco

Nonostante il successo, Wikipedia è un elefante bianco nell’attuale savana del web. Offre un’alternativa alla ricetta della Silicon Valley per servire una pietanza di successo sulla rete. Infatti il sito non ha azionisti, non riceve capitale di ventura, non ha generato miliardari e neppure vende pubblicità. Gli aspiranti giganti della tecnologia bruciano grandi quantità di soldi degli investitori per finanziare attività disparate nell’inseguire un’economia di “scala”. Wikipedia no, si affida ad altro. Scrive l’Economist a proposito del modello di crescita di Wikipedia:

“Wikipedia è cresciuta organicamente, man mano che sempre più persone comuni decidevano di contribuire ad arricchire il sito con nuove informazioni o correggendo quelle esistenti. Il sito ha le sue radici nel tecno-ottimismo che ha caratterizzato internet alla fine del 20° secolo. Allora si era convinti che la gente comune potesse usare la tecnologia come uno strumento di liberazione, educazione e illuminazione”.

A questa visione Wikipedia è rimasta aggrappata come lo scalatore allo sperone della roccia. Ma sotto c’è il baratro.

Il segreto del successo

Eppure Wikipedia è piuttosto chiara su una questione cruciale. Autodichiara di avere un “problema”: quello di non essere una fonte affidabile. Il disclaimer del sito dice infatti, quasi a mo’ di motto: “Wikipedia is not a reliable source”.

Come dire al lettore, verifica sempre il contenuto prima di accettarlo, usarlo e diffonderlo. Come ammettere: beh, se vuoi la certezza, devi andare sull’Enciclopedia Britannica che è scritta da professionisti ed accademici retribuiti e non da volenterosi amanti della conoscenza e del sapere. Se vieni su Wikipedia, verifica le fonti.

Ciononostante, su questa particolare questione dell’attendibilità, dopo venti anni, sono oggi poche le persone che sembrano condividere questa autodenuncia dell’enciclopedia più popolare del mondo.

La questione dell’affidabilità è ampiamente superata nel punto di vista dei suoi miliardi di utenti. Il sito ha compiuto il 15 gennaio 2021 il suo 20° compleanno. Ci sono più di 55 milioni di articoli scritti in 300 lingue. 6,2 milioni di articoli sono in lingua inglese. Le parole di Wikipedia riempirebbero 29.355 volumi in formato cartaceo.

Secondo i dati di Alexa, Wikipedia occupa il 13° posto dei siti più visitati sul web, davanti a Reddit, Netflix e Instagram. Conta 20 miliardi di pagine viste al mese. Numeri da blockbuster che manderebbero in sollucchero Wall Street, se solo ci fosse quell’opzione.

La grande eccezione

Le preoccupazioni per le fake news, le echo chamber e il potere del mercato hanno finito per allontanare l’opinione pubblica dalle promesse utopistiche dell’Internet delle origini. Ma Wikipedia è la grande eccezione. È il sogno di Internet che ha funzionato. È l’Internet che ha portato alle comunità un arricchimento e non un impoverimento.

È un modello che ha funzionato e che lascia sperare nel futuro, nonostante che questo ben gestito modello di crowdsourcing rimanga vulnerabile all’occasionale bufala o al millantatore di turno. Per esempio, in agosto si è scoperto che parecchi articoli della versione in lingua gaelica scozzese del sito erano stati scritti da un contributore americano che, per sua stessa ammissione, non parlava quella lingua.

Neppure Wikipedia è esente da errori fatti in buona fede. Ciò può costituire un problema. Ma sta di fatto che, nel bene e nel male, organizzazioni importanti sono arrivate a trattarla come la fonte online di riferimento.

Vai su Wikipedia

Da ottobre 2020 l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO) ha iniziato a collaborare con Wikipedia per rendere disponibili, attraverso l’enciclopedia, le informazioni sul Covid-19. La WHO Considera questa collaborazione fondamentale per prevenire una “infodemia” di disinformazione sul virus. Con questa mossa il WHO ha legittimato Wikipedia come la fonte più attendibile per contenuti medici e sanitari, sia per gli addetti ai lavori che per i pazienti.

Gli stessi giganti dell’informazione del web si affidano all’enciclopedia libera come arbitro neutrale. Pe alcuni video dal sapore cospirazionista, YouTube riporta letteralmente gli “warning” di Wikipedia.

Dal 2018 Facebook usa Wikipedia per fornire informazioni supplementari su argomenti toccati nei post. Il lettore Kindle offre un link automatico alle voci di Wikipedia per i contenuti presenti nell’ebook. Lo stesso fanno AppleBooks e altri lettori di libri digitali.

L’enciclopedia di tutto

Oltre ad essere sostanzialmente accurata come le enciclopedie vecchio stile, Wikipedia è anche incomparabilmente più ampia. I lettori possono trovare informazioni su Omero, sulla relatività generale, sulla Guerra delle rose (argomenti immancabili in ogni enciclopedia), ma anche su soggetti più specifici come la natura della magia nei romanzi di “Harry Potter” o le imprese dello Yeovil Town Football Club, che fatica nell’oscurità della quinta divisione del campionato di calcio inglese.

I nativi di Montreal possono anche leggere le voci nello slang Québécois.

In questo senso Wikipedia rende veramente il mondo un posto migliore. È l’inveramento dell’anelito utopico, e a volte inconsciamente dispotico, di tutti gli imprenditori di successo di quella Silicon Valley figlia della controcultura dei figli dei fiori.

Ma Wikipedia avvera anche un altro sogno, quello di Denis Diderot, il filosofo settecentesco e animatore dell’Encyclopédie, la deificazione del sapere illuministico. Diderot mirava a “riunire tutto il sapere sparso sulla faccia della terra”. Wikipedia lo ha fatto davvero inverando uno dei progetti più rivoluzionari dell’illuminismo francese di Diderot, D’Alembert e Voltaire.

L’abracadabra di Wikipedia

Il progetto Wikipedia deve molto del suo successo alla sua struttura unica. Sostenuta da donazioni, Wikipedia non ha scopi di profitto. Non ha finanziatori di capitale di rischio che esigono una crescita che produca ritorni sul capitale investito a breve medio termine. Non ha neppure inserzionisti da inseguire e soddisfare.

Può concentrarsi esclusivamente sugli interessi dei suoi lettori e dei collaboratori. È curata e gestita interamente da persone, non da macchine. Non c’è nessun algoritmo di raccomandazione che gira in background, scegliendo cosa mostrare ai lettori per tenerli incollati al sito il più a lungo possibile.

Gli altri giganti della tecnologia dovrebbero imparare dal successo di questa formula. L’affidarsi agli algoritmi è uno dei fattori che li ha portati a una scala di sviluppo enorme con personale molto ridotto. Eppure, inizialmente considerato la panacea, questo modello ha oggi mostrato i lati negativi.

Gli algoritmi hanno un rinculo enorme. Così le grandi organizzazioni dei social media sono state costrette a ingaggiare sempre più persone per moderare i contenuti che sfuggono agli algo nello sforzo di delimitare sempre più il campo di ciò che è permesso e di ciò che non è permesso. Wikipedia invece, offre una lezione su come gestire un sito web a conduzione umana, per ora l’unica vera intelligenza che esista per questo lavoro.

Quanto potrebbe valere Wikipedia?

A un certo punto viene anche da chiedersi quanto potrebbe valere economicamente Wikipedia in questo clima di boom borsistico dei tecnologici.

Uno studio del 2018 ha stimato che i soli contributori americani trasferiscono un valore media di circa 150 dollari all’anno a Wikipedia. Se fosse così, il sito varrebbe circa 42 miliardi di dollari.

Dobbiamo poi aggiungere la stima delle moltissime partnership indirette che fanno piggybacking su Wikipedia.

Molte aziende usano, infatti, Wikipedia all’interno del loro business. Amazon e Apple vi fanno affidamento per permettere ad Alexa e Siri, i loro assistenti vocali, di rispondere alle domande degli utilizzatori.

Google la usa per popolare i “fact boxes” che spesso accompagnano le ricerche basate su domande fattuali. Nelle ricerche naturali, quando esiste un articolo di Wikipedia sull’argomento cercato, questo occupa, in genere, la prima posizione nei risultati di ricerca. Facebook ha iniziato a fare qualcosa di simile.

Tutto questo rimbalzare spinge traffico verso Wikipedia. Inoltre i modelli linguistici AI del tipo impiegato da Google o Facebook hanno bisogno di enormi basi di dati testuali su cui allenarsi. E Wikipedia li ha ad abundantiam.

Una proiezione dell’illuminismo

Wikipedia è anche un faro dell’Illuminismo, il quale ha sofferto dei montanti micidiali per mano del populismo e del capitalismo autoritario. Anche se la gente, in questo clima di generale ripensamento dell’esperienza della rete e dei suoi protagonisti, si può avvicinare a Wikipedia con un po’ di scetticismo, tanto meglio, perché lo scetticismo genuino è, in generale, un atteggiamento sano. Wikipedia si considera un cantiere in cui ci sono perennemente lavori in corso.

Se una informazione è sbagliata, è il sito stesso che invita gli utenti a correggerlo, offrendogli anche il modo di farlo e non solo di lamentarsene. La sua cultura interna sostiene che la conoscenza viene dall’evidenza, dalla ragione e dal dibattito in buona fede, non dai pronunciamenti assertivi o dalle ideologie di partito.

C’è ancora lavoro da fare

Come ogni istituzione, Wikipedia ha dei difetti. A volte non è all’altezza dei suoi stessi ideali. La natura del crowdsourcing significa che la sua qualità non è omogenea. Gli articoli più popolari ricevono una maggiore attenzione, e tendono ad essere i migliori.

Questo lascia una lunga sequenza di voci di qualità inferiore. Gli articoli possono essere troppo lunghi o troppo tecnici. Gran parte della sua magia deriva dalla cultura peculiare che si è costruita tra i collaboratori, ma le culture possono essere degli oggetti fragili, facili a incrinarsi

Forse il suo più grande difetto è che, nonostante la sua ampiezza, ha ancora un perimetro culturale troppo ristretto.

I redattori del sito sono per lo più uomini e per lo più del Nord America e dell’Europa. Un piccolo numero di loro fa una parte sproporzionata del lavoro. Questo connotato imprime alla scelta delle voci dell’enciclopedia un certo colore, quello della cultura di chi le copre.

I wikipediani hanno cercato di cambiare questo stato di cose, ma i progressi sono stati molto lenti. C’è molto in gioco. Nei paesi ricchi e liberali, dove l’informazione è ampiamente disponibile, Wikipedia è una forza grande e tranquilla. Nei luoghi più arretrati e illiberali, può diventare una forza tranquillamente rivoluzionaria.

Buon compleanno, Wikipedia.

Fonti

Happy Birthday, Wikipedia. Lessons from the success of a different sort of tech titan, The Economist, 9 gennaio 2021

Wikipedia is 20, and its reputation has never been higher. The crowdsourced encyclopedia is a welcome oddity on the modern internet, The Economist, 9 gennaio 2021

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Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.