Gentile Elisabetta,
La ringrazio della sua attenzione e di aver condiviso questi contributi. Le racconto come sono nati.
Sono uno dei fondatori, insieme Luciano Belli e Gianluca Guzzo, di MYmovies e mi sono occupato a lungo dei contenuti del sito. A un certo punto abbiamo pensato che molti frequentatori di MYmovies avrebbero gradito leggere che cosa scriveva la critica del tempo sui grandi film che passavano nelle sale. Naturalmente abbiamo posto una particolare cura nel riferire del grande cinema italiano. Fin da adolescente ho amato i film di Michelangelo. Perché erano diversi, profondi, annunciatori. Poi ci ripensavo per giorni e giorni. Sicché sulla sua filmografia siamo stati abbastanza scrupolosi.
In MYmovies abbiamo messo su un team — coordinato da me e da Alessandro Regoli, anch’egli appassionato di cinema — che è andato a ricercare sulla stampa e sui libri le recensioni del tempo. Le abbiamo recuperate, scannerizzate, rilette e archiviate in un database con una procedura creata dal capo sviluppatore di MYmovies dell’epoca, Luciano Belli. Nel database ci sono migliaia di recensioni e penso che questo materiale costituisca un vero e proprio giacimento della storia culturale del nostro paese.
Poi nel 2009 ho lasciato MYmovies, per avviare goWare una startup di nuova editoria che pubblica libri in vari formati sui nuovi media. In goWare con un collega, Stefano Cipriani, appassionato di cinema, abbiamo pubblicato sul nostro blog e sul nostro magazine letterario, e-mood, un lungo articolo sulla mostra di Ferrara del 2013 Lo Sguardo di Michelangelo Antonioni e le arti. Poi per i 50 anni di Zabriskie Point abbiamo prodotto, sempre con Stefano, un altro post sul capolavoro di Antonioni.
Tornando alle recensioni, ancor oggi è possibile ritrovare degli snippets delle medesime su MYmovies all’interno delle schede del film.
Durante la quarantena ho deciso di rivedere i film di Antonioni partendo da Il grido. Terminato di vedere ogni film, recuperavo le recensioni che avevo archiviato e le pubblicavo su Medium in ordine cronologico film per film. Adesso sono a Deserto rosso che è molto impegnativo.
Rileggendole oggi penso che la critica dell’epoca non avesse capito la portata dell’innovazione formale e contenutistica del cinema di Michelangelo. Solo andando a leggere la critica di 30 anni dopo si vede una prima presa di coscienza della portata del suo lavoro. Ma ancora c’è tanto da lavorare.
Mi sono abbastanza appassionato a questo punto. Così sto traducendo in italiano la intervista a “Playboy” del 1967 che dice molto sulla personalità artistica e umana di Antonioni. Una bella testimonianza. Non sapevo che era laureato in Economia e Commercio.
Spero che anche questa iniziativa sia gradita.