Fine dell’egemonia dell’Europa

di Bertrand Russell

Mario Mancini
3 min readNov 1, 2021

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L’anno 1000 è un punto di svolta anche perché in tale data cessarono le conquiste, sia da parte dei maomettani che dei barbari settentrionali, almeno per quel che riguarda l’Europa occidentale. Goti, Longobardi, Ungheresi e Normanni vennero in successive ondate; ciascuna orda venne cristianizzata, e tuttavia ciascuna indebolì le tradizioni civili locali.

L’impero occidentale si spezzò in molti regni barbari; i re perdettero la loro autorità sui vassalli; si ebbero un’anarchia universale e continue violenze, su larga e su piccola scala.

Infine, tutte le razze dei forti conquistatori nordici vennero convertite al Cristianesimo e si insediarono stabilmente in diversi paesi. I Normanni, ultimi venuti, si dimostrarono particolarmente capaci di assorbire la civiltà. Sottrassero la Sicilia ai Saraceni, e resero l’Italia sicura dai Maomettani. Riportarono l’Inghilterra nel mondo romano, da cui i Danesi l’avevano in gran parte esclusa. Una volta stabilitisi in Normandia, permisero alla Francia di risorgere e in ciò l’aiutarono anche materialmente.

L’uso dell’espressione « i secoli bui », per indicare il periodo dal 600 al 1000, dimostra il nostro errore di volerci limitare all’Europa occidentale.

In Cina, questo periodo comprende proprio l’epoca della dinastia Tang, la più grande epoca della poesia cinese, considerevole anche per molti altri motivi.

Dall’India alla Spagna, fioriva la brillante civiltà dell’Islam.

Ciò che in quest’epoca fu perduto al Cristianesimo non fu perduto alla civiltà, anzi al contrario. Nessuno avrebbe potuto prevedere che l’Europa occidentale avrebbe più tardi acquistato una posizione di predominio, sia per la potenza che per la cultura.

Ci sembra ora che la civiltà dell’Europa occidentale sia la Civiltà, ma questo è un punto di vista ben ristretto. La maggior parte del contenuto culturale della nostra civiltà ci viene dal Mediterraneo orientale, dai Greci e dagli ebrei. Quanto alla potenza, l’Europa occidentale ebbe il predominio dalle guerre puniche alla caduta di Roma, grosso modo durante i sei secoli che vanno dal 200 a.C. al 400 d.C.

Poi nessuno Stato dell’Europa occidentale poté più paragonare la propria potenza a quella della Cina, del Giappone o del Califfato. La nostra superiorità dopo il Rinascimento è dovuta in parte alla scienza ed alla tecnica scientifica, in parte alle istituzioni politiche lentamente maturatesi durante il Medioevo. Non c’è alcuna ragione, nella natura delle cose, per cui questa superiorità debba continuare.

Nella guerra attuale, (Russell scriveva durante la seconda guerra mondiale) una grande forza militare è stata messa in luce dalla Russia, dalla Cina e dal Giappone. Questi uniscono la tecnica occidentale all’ideologia orientale-bizantina, confuciana o scintoista.

L’India, se si libererà, apporterà altri elementi orientali.

Non sembra improbabile che, durante i secoli futuri, la civiltà, ammesso che sopravviva, sarà più varia di quella successiva al Rinascimento.

Esiste un imperialismo della cultura che è più difficile da rovesciare che non l’imperialismo della forza.

Molto dopo la caduta dell’impero d’Occidente, in realtà fino alla Riforma, tutta la cultura europea conservò i colori dell’imperialismo romano. Essa ha ora, per noi, il sapore di un imperialismo di marca europea occidentale.

Credo che, se vorremo sentirci a nostro agio nel mondo dopo l’attuale guerra, dovremo ammettere che l’Asia occupi nel nostro pensiero un posto non solo politicamente ma anche culturalmente uguale a quello che spetta all’Europa.

Quali cambiamenti ciò porterà io non so, ma sono convinto che essi saranno profondi e della massima importanza.

Bertrand Russell, Storia della filosofia occidentale, Longanesi, Milano, 1949.

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Mario Mancini
Mario Mancini

Written by Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.

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