Ciak a Venezia
Film eccellenti nella location lagunare
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Venezia può contendere, se non proprio a Hollywood, ma certamente a Parigi, il primato di città del cinema. Ad affermarlo è il critico cinematografico del “Financial Times”, Danny Leigh.
Venezia caput cinema
Ogni venerdì nella pagina “Arts” del quotidiano di Londra, Leigh offre le sue opinioni su 4 film in uscita nelle sale. A differenza del suo predecessore, Nigel Andrews, Leigh è generalmente più generoso nei suoi giudizi.
Il linguaggio dei critici cinematografici anglosassoni, in genere, è pressoché incomprensibile per un lettore non madrelingua, pertanto conviene farlo semplificare oppure tradurre dall’intelligenza artificiale.
In un articolo recente Leigh parte da una domanda importante: come visitare Venezia senza contribuire al fenomeno del sovraffollamento turistico che la sta soffocando? La risposta è semplice: con i film ambientati a Venezia.
I ciak nella città lagunare offrono infatti uno sguardo più autentico e vivido rispetto all’immagine artificiale e stereotipata proposta dai social media, pur avendo questi la capacità di catturare frammenti di vita veneziani.
In gondola con la cinepresa mobile
Da oltre un secolo, Venezia e il cinema sono inseparabili, non solo per la Mostra, ma anche per la storia stessa che le accomuna. Venezia è stata infatti la prima città al mondo a essere ripresa con una cinepresa in movimento.
Nel 1895, i fratelli Lumière avevano sorpreso i parigini catturando istanti di vita quotidiana con una macchina da presa fissa su un treppiede, come nel celebre filmato di un treno che entra nella stazione di La Ciotat.
Questi 40 secondi di filmato segnarono la nascita del cinematografo, un’invenzione arricchita l’anno successivo da Alexandre Promio, regista francese di origini italiane, che iniziò a girare il mondo con una cinepresa.
I suoi primi filmati avvennero proprio, se non dove?, a Venezia. Lungo il Canal grande montò una cinepresa su una gondola, introducendo una nuova dimensione narrativa al cinematografo: il movimento.
Le immagini cangianti della laguna, con le gondole che ondeggiavano sull’acqua e i palazzi che si specchiavano sulla superficie, spalancarono al cinema nuovi orizzonti narrativi.
Viaggiare con l’immaginazione
Di seguito riporto la lista dei film che Leigh reputa “film veneziani per eccellenza”. Trattano storie di amori impossibili e intrighi che non avrebbero potuto trovare altra ambientazione migliore che nella Serenissima.
“Ciascuno di questi film”, sostiene il critico, “offre un modo peculiare di vivere la città senza contribuire al turismo di massa”. Una proposta originale non solo per viaggiare con l’immaginazione, ma anche per una visita consapevole.
L’elenco che segue mantiene l’ordine originale stabilito da Leigh e le schede, seppur rielaborate, riflettono il suo punto di vista di Leigh su ciascuna opera. Ho aggiunto il servizio di streaming sul quale reperirle.
Buona visione!
A VENEZIA… UN DICEMBRE ROSSO SHOCKING (Don’t Look Now)
Regno Unito, Italia / 1973 / 110 min
genere: thriller, horror, drammatico
regia di Nicolas Roeg
tratto dal racconto di Daphne du Maurier Non voltarti (Sellerio)
con Julie Christie, Donald Sutherland, John Baxter, Hilary Mason, Massimo Serato
Mubi, AppleTV
“La bellezza di Venezia si staglia contro il cielo luminoso, mostrandosi in contorni nitidi”, scrive Daphne du Maurier nel racconto da cui Nicolas Roeg trae ispirazione per creare due ore di buon cinema.
L’anticonformista Roeg porta nella città lagunare una coppia di turisti, interpretati da Donald Sutherland e Julie Christie, ancora segnata dal dolore e dal lutto per la perdita della giovane figlia.
Roeg trasforma Venezia in un personaggio. Sceglie infatti di girare durante un freddo inverno. La stagione adatta a rendere l’atmosfera del film densa di inquietudine, malinconia, erotismo e anche orrore.
Il regista sovverte pure la tradizionale percezione dei luoghi veneziani d’interesse. La chiesa appartata di San Nicolò dei Mendicoli, lontana dai percorsi più battuti, assume un ruolo centrale nella narrazione.
Nel contempo, mostra altri scorci della città poco noti. Ecco apparire dei cancelli riccamente decorati che Sutherland attraversa mentre insegue una misteriosa figura in rosso. Sono l’accesso al museo di Palazzo Grimani.
MORTE A VENEZIA
Italia, Francia, Stati Uniti d’America/ 1973 / 130 min
genere: drammatico
regia di Luchino Visconti
tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Mann
con Dirk Bogarde, Björn Andrésen, Silvana Mangano, Romolo Valli, Marisa Berenson, Carole André
AppleTV, Prime video
Anche in “Morte a Venezia”, trasposizione cinematografica del racconto di Thomas Mann, assistiamo un inseguimento ossessivo. Tuttavia Visconti ritrae la città nella sua veste più sontuosa e nota.
Il Lido, con l’imponente Grand Hotel des Bains, diviene lo scenario del tormento interiore del compositore cardiopatico Gustav von Aschenbach, interpretato da Dirk Bogarde nel pieno della parte grazie alla sua aristocratica presenza.
L’inseguimento di Tadzio, il giovane che scatena questa ossessione, culmina nella vertiginosa perdita di controllo di Gustav nei vicoli intorno il teatro La Fenice, per poi risolversi nella scena finale sulla spiaggia del Lido.
Lo splendore cupo della città lagunare, che sta per essere investita da un’epidemia, si erge a contrasto della tragedia dell’uomo, accompagnata dall’Adagietto del quarto movimento della Quinta di Mahler.
Nelle mie ripetute visioni del film, ho sempre ritenuto che la morte non si manifesti tanto nella partita a scacchi de “Il settimo sigillo”, quanto nella tintura nera che, sciogliendosi, riga il volto di Gustav, colando giù dalle tempie.
TEMPO D’ESTATE (Summertime)
Regno Unito, Stati Uniti d’America / 1955 / 95 min
genere: commedia sentimentale
regia di David Lean
tratto dalla pièce di Arthur Laurents
con Katharine Hepburn, Rossano Brazzi, Darren McGavin, Jane Rose, Mari Aldon
DVD
Similmente a “Morte a Venezia”, anche “Tempo d’estate” esplora la solitudine, ma lo fa con una palette cromatica più solare e con l’inconfondibile tocco estetico di David Lean.
Il film racconta la metamorfosi di Jane Hudson, una donna di mezza età che, giunta dall’Ohio a Venezia per visitare Piazza San Marco, il Campo San Barnaba e altro ancora, esce profondamente cambiata dall’esperienza veneziana.
Il contrasto tra la vivacità della città e la malinconia del personaggio crea un’atmosfera sognante, che culmina in un’esperienza catartica. Così Jane (Katharine Hepburn) arrivata a Venezia da turista ne emerge da donna.
La pellicola, frizzante e coinvolgente, esalta la bellezza della città lagunare, tanto da dare vita a un boom turistico che ben presto avrebbe trasformato anche gli angoli più remoti di Venezia in luoghi affollati e brulicanti.
Un esito che lo stesso Lean anticipa, mostrando i primi segni di questa deriva. Durante le riprese la Hepburn, infatti, vi contrae un’infezione oculare cronica dopo essere caduta in un canale a Campo San Barnaba.
CORTESIE PER GLI OSPITI (The Comfort of Strangers)
ITALIA / Regno Unito / 1990 / 104 min
genere: thriller, erotico
regia di Paul Schrader
tratto dall’omonimo romanzo di Ian McEwan (Einaudi)
sceneggiatura di Harold Pinter
con Christopher Walken, Rupert Everett, Natasha Richardson, Helen Mirren
Prime Video (Cine autore)
L’adattamento del romanzo di Ian McEwan, rivisitato dalla penna di Harold Pinter, trasforma in un labirinto di smarrimenti la Serenissima che viene “colta nelle sue struggenti tinte giallo-arancio” (Giovanni Grazzini).
A differenza del romanzo, che si svolge in una città di mare indefinita, Schrader e Pinter ambientano il film a Venezia, “una delle più affascinanti che si siano viste sullo schermo” (sempre Grazzini).
L’Hotel Gabrielli, che ha già accolto Donald Sutherland e Julie Christie in “A Venezia… un dicembre rosso shocking”, diviene la dimora della giovane coppia annoiata e in città per ridare un senso al loro rapporto.
Nel sontuoso Palazzo Loredan del console americano, invece, si stabiliscono Christopher Walken e Helen Mirren che rappresentano la decadente eleganza della ricca borghesia.
Tra costumi firmati Armani e comportamenti eccentrici, come giustamente notato dal famoso critico Roger Ebert, Venezia è la cornice perfetta per un film riccamente intessuto di atmosfere inquietanti.
EVA
Italia, Francia / 1962 / 116 min
genere: drammatico
regia di Joseph Losey
tratto dall’omonimo romanzo di James Hadley Chase (Feltrinelli)
con Jeanne Moreau, Virna Lisi, Stanley Baker, James Villiers, Lisa Gastoni, Riccardo Garrone, Giorgio Albertazzi
DVD
Ancor prima di “Morte a Venezia”, Joseph Losey, con il suo “Eva”, ci conduce negli abissi più oscuri della città lagunare colta nel momento frizzante del Festival del cinema.
Uno scrittore gallese, che deve il successo grazie a un romanzo largamente plagiato, è irretito dalla gelida bellezza di Eva (Jeanne Moreau), una squillo d’alto bordo, al punto da abbandonare la moglie (Virna Lisi).
Jeanne Moreau regala una delle sue interpretazioni più crude e autentiche, dando vita a una donna egocentrica che agisce esclusivamente per interesse economico o per puro capriccio.
Losey cattura così l’essenza più inquieta della città, trasformandola nello specchio delle turbolenze interiori dei suoi personaggi. Venezia diviene lo scenario ideale di una storia di solitudine e ossessione.
Sebbene lo stile ricordi l’alienazione dell’Antonioni dell’epoca, il pessimismo e la disillusione verso il mondo sono propri di Losey che con suo stile sofisticato e barocco rende Venezia uno spazio quasi metafisico.
IL CASANOVA DI FEDERICO FELLINI (Fellini’s Casanova)
Italia / 1976 / 155 min
genere: drammatico, grottesco
regia di Federico Fellini
tratto da Histoire de ma vie di Giacomo Casanova
musiche di Nino Rota
con Donald Sutherland, Tina Aumont, Cicely Browne, Carmen Scarpitta, Clara Algranti, Daniela Gatti
Prime Video
Potrebbe apparire inconsueta l’inclusione di un film girato a Roma in una rassegna dedicata a Venezia, ma il “Casanova di Fellini” merita una considerazione particolare.
Il maestro romagnolo con il suo inconfondibile stile scenografico, trasforma gli studi di Cinecittà in una Venezia barocca, dove sfarzo e decadenza si fondono in un pittoresco affresco rococò.
La vicenda del celebre seduttore, profondamente radicata nella tradizione lagunare, si intreccia con l’immaginario onirico del regista, generando un’opera visionaria impreziosita dalla interpretazione di Donald Sutherland.
In questa rilettura felliniana, Casanova diventa simbolo di un uomo che, nonostante i suoi trionfi amorosi, resta prigioniero della sua ricerca di autenticità e di connessione umana.
I sontuosi costumi di Danilo Donati e l’accurato trucco di Rino Carboni, orchestrati dalla regia di Fellini, concorrono a plasmare un’atmosfera densa di sensualità, ma venata di malinconia e rimpianto.
SENSO
Italia / 1954 / 115 min
genere: drammatico, storico, sentimentale
regia di Luchino Visconti
tratto dalla novella di Camillo Boito, rivisitata da Luchino Visconti e Suso Cecchi D’Amico
con Alida Valli, Farley Granger, Massimo Girotti, Heinz Moog, Rina Morelli, Christian Marquand
RaiPlay
In “Senso”, Luchino Visconti porta lo spettatore nel cuore pulsante della Venezia risorgimentale, dove passione e politica si fondono in un dramma di rara intensità.
Il teatro de La Fenice, protagonista sin dalle sequenze d’apertura con le sue architetture dorate e nei suoi spazi sontuosi, assurge a simbolo della magnificenza della città e del suo passato glorioso.
Il profondo legame tra la visione di Visconti e le composizioni di Mahler, che emerge già in “Senso” per poi raggiungere il suo vertice in “Morte a Venezia”, sottolinea il ruolo centrale di cultura e arte nella poetica del regista.
L’impatto del film sulla città si rivela duraturo e significativo: quando le fiamme divorano La Fenice, la pellicola diventa fonte d’ispirazione per la sua sofferta ricostruzione.
Il ruolo assunto da “Senso” in questa drammatica circostanza, conferisce al cinema una funzione civica essenziale nella preservazione e nella trasmissione della memoria collettiva.
CASINO ROYALE
Regno Unito, Stati Uniti d’America, Repubblica Ceca, Bahamas / 2006 / 144 min
genere: avventura, spionaggio
regia di Martin Campbell
tratto dall’omonimo dal romanzo di Ian Fleming
con Daniel Craig, Eva Green, Mads Mikkelsen, Judi Dench, Jeffrey Wright, Giancarlo Giannini
Prime video
In “Casino Royale”, l’agente segreto più celebre del cinema vive nella città lagunare uno dei momenti più intensi della sua vicenda esistenziale, consegnandoci la versione più profonda e potente del mito di 007.
Tra le calli e i palazzi della Serenissima, James Bond trova un apparente pausa dalle sue spericolate missioni nella effimera parentesi romantica con Eva Green, una donna affascinante e sensibile.
Tuttavia, come spesso accade nelle vicende di Bond, la serenità è destinata a infrangersi rapidamente e le acque del Canal Grande divengono scenario di un epilogo tragico.
Bond, finalmente pronto ad abbandonare la sua esistenza da spia, si scontra con la fragilità del proprio sogno. La tragedia che si consuma lungo i canali veneziani mostra il senso di impossibilità di quel riscatto.
Le acque che sommergono il palazzo non sono solo uno spettacolo visivo avvincente, ma rappresentano l’inesorabilità del destino di un uomo condannato a una vita di solitudine.
ITALIANO PER PRINCIPIANTI (Italiensk for begyndere)
Danimarca / 2000 / 118 min
genere: commedia
regia di Lone Scherfig
tratto dall’omonimo dal romanzo di Ian Fleming
con Anders Wodskou Berthelsen, Peter Gantzler, Lars Kaalund, Anette Støvelbæk, Matteo Valese
DVD
Se la saga di James Bond ha spesso dipinto Venezia come scenario di rocambolesche avventure, la commedia agrodolce “Italiano per principianti” della regista Lone Scherfig ne offre un ritratto più intimo e sfumato.
Realizzato secondo i rigorosi principi del manifesto Dogma 95, che impone riprese dal vero e l’utilizzo di apparecchiature essenziali, il film segue le vicende di un gruppo di giovani danesi che studiano la lingua italiana.
I destini personali e le vicende sentimentali dei protagonisti si intrecciano con il tessuto urbano della città, catturato nella sua verità più cruda dalla mobilità della macchina a spalla.
La scelta di Venezia non rappresenta un mero espediente narrativo, ma si traduce in un’autentica immersione nella vita della città, come testimonia la scena di gruppo immortalata davanti alla facciata di Palazzo Ducale.
Venezia e l’Italia, con la lingua melodiosa e la cultura solare, rappresentano una sorta di “terapia” simbolica per i personaggi, che gli permette di vedere la vita in una luce diversa.
OTELLO (Othello)
Francia, Italia, Marocco / 1951 / 90 min
genere: drammatico
regia di Orson Welles
tratto dalla tragedia omonima di William Shakespeare
con Orson Welles, Micheál MacLiammóir, Robert Coote, Suzanne Cloutier, Hilton Edwards
Prime Video, AppleTV
Orson Welles è ancora giovane quando giunge a Venezia nel 1949. A meno di un decennio dal trionfo di “Quarto potere”, si trova nella città lagunare per dirigere e interpretare una travagliata versione di “Otello”.
Le riprese si protraggono in modo discontinuo per tre anni, ostacolate da ricorrenti crisi finanziarie. La distribuzione stessa del film stenta a renderlo disponibile in tutto il mondo.
Ciononostante, l’opera regala sequenze di rara potenza visiva, come quelle ambientate presso il magnifico Palazzo Contarini del Bovolo, con la sua famosa scala elicoidale.
Questa esperienza viene raccontata nell’ultimo film del regista, “Filming Othello” del 1978. Anche quest’opera sembra perseguitata dalla sfortuna: numerose sequenze, date per perdute, sono ritrovate solo anni dopo.
Vi vediamo un Welles maturo che saluta con fare istrionico da una gondola sul Canal Grande. La scena sembra dialogare con quella di Alexandre Promio nel 1896, inizio del lungo connubio tra Venezia e la settima arte.
Fonte: Danny Leigh, Cities on screen: Venice on film, “The Financial Times”, 22 ottobre 2024
… e anche
Alla lista di Danny Leigh, mi sentirei di fare tre integrazioni.
Prima di tutto il “Don Giovanni” di Joseph Losey (1979), anche se non si ambienta a Venezia, ma, in buona parte, nelle suggestive ville palladiane intorno a Vicenza.
L’opera di Losey è probabilmente la più suggestiva trasposizione cinematografica di un’opera lirica. Il regista mantiene la struttura dell’originale mozartiano, ma è svolta in un linguaggio visivo interamente cinematografico.
Quindi, “Assassinio a Venezia” di Kenneth Branagh (2023), terzo capitolo della serie del regista irlandese su Hercule Poirot. Quest’ultima produzione si distingue per le sue ricercate atmosfere horror.
Infine, per i boomer, “Anonimo veneziano” (1970) di Enrico Maria Salerno con Florinda Bolkan e Tony Musante. Un’opera che vale la pena riscoprire, se non altro per la colonna sonora firmata da Stelvio Cipriani.