8.3 Chi detiene i diritti d’autore su Gesù?

Timothy Leary. Caos e Cibercultura — 8. Follia millennale

Mario Mancini
4 min readMay 16, 2020

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Ho cercato di capire qualcosa dell’attuale can can sulla versione cinematografica de L’ultima tentazione di Cristo. Perché i fondamentalisti protestanti attaccano questo film basato su un romanzo scritto da un tormentato cattolico greco, adattato da un protestante afflitto da sensi di colpa e diretto da un tenebroso cattolico italiano? Dal momento che tutti asseriscono di essere sinceri cristiani, perché tante storie?

Ecco la mia teoria:

Ci troviamo di fronte a una tipica raccolta di litigiose sette cristiane — esattamente lo stesso rumoroso cast di personaggi che da due millenni traggono profitti da battaglie teologiche di questo tipo. Hanno bisticciato, secolo dopo secolo, sulla Trinità o sull’Immacolata concezione, o su quell’argomento sempre esplosivo che riguarda la personalità, le abitudini e le doti umane/divine, di Gesù.

Le fazioni in questi ben pubblicizzati dibattiti tendono a seguire principi geografici. In generale la gente proveniente dal Nord Europa tende a dipingere Gesù e le donne della sua vita come meno emotivi di quanto li vedano invece i popoli mediterranei. I Nordici vogliono un Gesù simile a loro, freddo e represso; i Meridionali un Gesù appassionato e volatile — di nuovo a loro immagine e somiglianza.

Anche in questo caso c’è un’affascinante analogia con l’IsIam. I rabbiosi Rinati fondamentalisti dell’Iran; i moderati Sunniti e Sauditi che cercano semplicemente di guadagnarsi qualche soldo con il turismo della Mecca e con i pozzi di petrolio ma che si trovano costretti a unire le forze per resistere agli atteggiamenti molto poco pratici dei militanti iraniani.

Questa speculazione relativistica mi ha rallegrato assai. Mi ha mostrato ancora una volta quanto siano evoluti i nostri Cristiani americani (e se è per questo anche gli Ebrei e i Musulmani americani) rispetto ai loro pestilenziali equivalenti del Vecchio Mondo.

Nel Medio Oriente queste divergenze teologiche sono ancora al centro di combattimenti con carri armati e con bombardieri e gas velenosi. Nell’lrlanda del Nord gli spassionati Protestanti e gli appassionati Cattolici si danno da fare con fucili e tritolo. Proprio come nel Medio Evo, tranne che per le armi migliorate.

Ma qui negli USA i nostri settari cristiani si limitano a bisticciare come agenti teatrali su chi detenga i diritti sulla storia di Gesù. Ci si azzuffa sul possesso di uno fra i più pregiati diritti letterari di tutti i tempi. Esaminate la sceneggiatura: la nascita in una mangiatoia; la passeggiata sulle acque; la cacciata degli usurai dal Tempio (beh, a ripensarci non insistiamo troppo su quella scena); il tradimento di Giuda (non parlerei però dei trenta pezzi d’argento per non urtare i sentimenti di Jerry Falwell); la sempre popolare scena culminante con la Crocifissione; il Gran Finale a sorpresa con la Resurrezione. Supera perfino Indiana Jones, non è vero?

I nostri fondamentalisti ed evangelisti televisivi, comprensibilmente insistono di detenere il monopolio dei Sacri Diritti letterari. Ovviamente non hanno uno straccio di prova da portare in tribunale. Non c’è un solo pezzo di carta in esistenza che indichi che la famiglia Cristo — Gesù, Maria, Giuseppe, eccetera — abbia firmato qualcosa che trasferisca questi pregiati diritti docu-drammatici in mano ai Protestanti Nordamericani e ai loro discendenti nella destra della Republican Party. Ehi! questi parvenu di Protestanti non sono apparsi in scena che quattordici secoli dopo la scena della morte. Per essere assolutamente sinceri, quando si scrisse il canovaccio originale del Cristo, gli antenati di questi collerici europei fan della Bibbia correvano ancora in giro a culo nudo avvolti in pelli d’orso, e sacrificavano vergini a Thor dio dei fulmini.

I televangelisti, ovviamente, si preoccupano che il monopolio che rivendicano sul mercato da $50 miliardi annui del Cristo possa essere messo in forse da passionali versioni latine e greche che attribuiscano al Cristo l’umanità mediterranea in sostituzione della versione pallida, bionda, da bambola di plastica che gli occhi azzurri da killer che loro vanno smerciando. La primordiale immagine grecolatina di G.C. è troppo «umana» ed emotiva per il dogmatico Jerry Falwell, per il timido onanista Jimmy Swaggart, o per il sessualmente ingenuo Jim (detto «Motel») Bakker.

Nel mio scenario di queste avvenimenti, Gesù e Maria Maddalena e Pietro il pescatore, e il resto di quella banda di buontemponi riderebbero fino a farsi cadere le aureole di questi squallidi litigi per i diritti cinematografici della loro storia. In fin dei conti Gesù, o Yeshuah, l’Ebreo ­ il prototipo che è ancora più antico delle versioni grecolatine — sembra essere stato un bonario rabbino Riformista con un intelligente senso dell’umorismo.

In ogni caso se il Sindacato Scrittori arriverà ad occuparsene, dovrebbero esigere una fetta di royalty anche per Matteo, Marco, Luca, Giovanni, i quattro diligenti e laboriosi scribacchini che stilarono questo canovaccio eternamente interessante quanto controverso.

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Mario Mancini
Mario Mancini

Written by Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.

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