4.6 Argomenti a favore dell’uso intelligente delle droghe

Timothy Leary. Caos e Cibercultura — 4. Info-chimica e guerre della droga

Mario Mancini
3 min readMar 28, 2020

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MACLEAN’S: Perché è diventato così popolare l’Lsd negli anni Sessanta? Era a causa dei tempi che correvano, oppure questa droga ha agito come catalizzatore nelll’accelerare sia la propria accettazione che il cambiamento culturale?

LEARY: La situazione demografica era che c’erano negli Stati Uniti 76 milioni di figli dell’esplosione demografica che, caso volle, furono i primi membri della società delle informazioni. E c’erano Marshall McLuhan, la televisione e gli inizi della tecnologia dei computer. L’uso delle droghe, che sono strumenti di cambiamento cerebrale, era in perfetta sincronia con l’arrivo di elettrodomestici quali la televisione, i riproduttori stereo e in seguito i computer. Questo è previsto da McLuhan. Le droghe che alterano la coscienza saranno naturalmente parte di una società basata sulle informazioni e sull’intelligenza.
Le droghe non hanno provocato il cambiamento, ma ne erano un sottoprodotto inevitabile. E non è a caso che con le società dei computer mi inondano di richieste di consulenze. La generazione più giovane tra quelle coinvolte nella tecnologia informatica riconosce gli aspetti positivi del movimento della consapevolezza negli anni Sessanta e mi guarda con simpatia.

MACLEAN’S: Lei come spiega il calo nell’uso di LSD? Non è una droga morta?

LEARY: In realtà i sequestri di LSD da parte della polizia nella Contea di Los Angeles sono aumentati del mille per cento. C’era però stato un declino e io l’aveva applaudito. Negli anni Sessanta­Settanta c’erano sette milioni di persone che ne facevano uso, ma non sempre c’era Lsd di qualità a disposizione e quello scadente è un disastro farmaceutico; era quindi sensato fare marcia indietro. L’LSD in giro oggi è molto più puro ed è confezionato in dosi più piccole.

MACLEAN’S: Che cosa indicano questi cambiamenti?

LEARY: Che alle persone interessano più i fatti pratici della propria vita e meno il significato filosofico. Esistono momenti in cui va bene spaziare con lo sguardo e altri in cui è necessario mettere meglio a fuoco le cose ed essere più pratici. In campo farmacologico c’è stato uno sviluppo vastissimo di droghe nuove — come per esempio l’MDMA — che ha raggiunto un’enorme diffusione nell’ambiente delle persone che inseguono l’aumento dell’in­telligenza.

MACLEAN’S: Che effetto ha lMDMA su una persona?

LEARY: Non offre il rapido cambiamento della realtà, quella Niagara allucinatoria di prospettive che si ottiene con LSD. Questa droghe e quelle analoghe offrono un’esperienza molto nitida e profondamente affettuosa.

MACLEAN’S: Il ritorno in auge delle droghe psichedeliche segnala a sua volta il ritorno verso un periodo in cui la gente guarderà con più interesse la vita interiore? Stiamo seguendo dei cicli?

LEARY: Non cicli ma fasi prevedibili. È probabile che ora la prima ondata di figli del baby boom si avvicini ai posti di responsabilità nei laboratori e nei centri di ricerca. Sarebbe inevitabile che riportassero la ricerca su droghe psichedeliche superiori. È arcaico e barbaro limitarci ad alcool e cocaina. Avremo intere famiglie di droghe nuove che presenteranno gli aspetti migliori di quelle di prima generazione ma con miglioramenti per quanto riguarda la sicurezza e la precisione.

MACLEAN’S: In seguito a tutta la pubblicità negativa sull’uso di droga, Lei ha cambiato parere sull’uso di una droga qualsiasi?

LEARY: Sperimento continuamente. Per esempio avevo smesso con la caffeina e ora la uso in modo selettivo. Lo stesso vale per altre droghe. Sono molto più selettivo, preciso, intelligente, nell’organizzare il modo, il motivo e il momento in cui uso una droga. Sono favorevole, al cento per cento, all’uso intelligente di droghe, ma al mille per cento contrario al loro uso spensierato, si tratti di caffeina o di LSD. E le droghe non sono una parte centrale della mia vita.

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Mario Mancini
Mario Mancini

Written by Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.

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