3.6 I prossimi venti anni

Timothy Leary. Caos e Cibercultura — 3. Controculture

Mario Mancini
4 min readMar 13, 2020

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Se ci si chiede di prevedere la prossima fase dell’evoluzione umana, il buon senso pratico suggerisce di prendere in considerazione le caratteristiche più atte ad assicurare la sopravvivenza della nostra specie. Quali sono queste caratteristiche?

La risposta immediata e superficiale sarebbe che la specie si contraddistingue per il cervello enorme. La nostra non è intelligenza da arnia come negli insetti sociali ma quella individuale. La specie fu classificata come Homo sapiens sapiens da studiosi vittoriani che, sembra, decisero che noi siamo le creature che «pensano al pensiero». La nostra crescita come specie si accentra sulla capacità di pensare e di comunicare, e le previsioni per il futuro dovrebbero accentrarsi sui miglioramenti nel nostro modo di pensare.

La nostra specie giovane e inesperta è passata recentemente attraverso varie fasi di intelligenza:

1. Tribale: Per almeno 22.000 anni, dal 25.000 al 3000 a.C. circa, le tecnologie per la comunicazione del pensiero erano quelle di un bambino di cinque anni: corporee, cioè orali e gestuali.

2. Feudale: Nel corso di un periodo entusiasmante durato circa 3500 anni (dal 3000 a.C. al 350 d.C.) gli umani che vivevano a nord del trentacinquesimo parallelo svilupparono società feudali-agricole. Le tecnologie per la comunicazione del pensiero erano statue scolpite a mano, templi, monumenti. La filosofia veniva mantenuta in vigore da imperatori, califfi, re.

3. Ci vollero all’incirca 1250 anni (dal 350 al 1600 d.C.) per cooptare i re feudali e per mettere in piedi la società manageriale basata sulla linea di montaggio. In questa epoca, le tecnologie per la comunicazione del pensiero erano macchine meccaniche per la stampa, macchine per scrivere, telefoni, prodotto di efficienti operai in fabbriche altamente organizzate gestite da burocrazie centralizzate.

Nel 1988 ormai, la maggior parte delle persone nei settori industriali dipendono fortemente dai pensieri digitali e dalle immagini luminose digitali presentate sugli schermi. La famiglia media americana guarda la televisione per 7,4 ore al giorno. Quasi tutte le transazioni di affari sono gestite da software e vengono comunicate tramite schermi. Senza scelte consce, senza rullii di tamburi siamo migrati dai «mondi reali» della voce, della mano, della macchina, verso info-mondi digitali chiamati variamente iperspazio, ciberspazio, o fisica digitale.

Questa migrazione attraverso lo schermo verso l’info-mondo digitale segna la prima fase della società post-industriale.

Nel 2008 la maggior parte degli umani residenti negli habitat postindustriali trascorrerà tanto tempo in collegamento con infomondi dall’altra parte dello schermo, quanto ne trascorreranno nei mondi materiali. Tra venti anni trascorreremo sette ore al giorno attivamente, navigando, esplorando, colonizzando, sfruttando gli oceani e i continenti di dati digitali. L’intervideazione, o creazione di realtà reciproche digitali, sarà la forma di comunicazione umana più diffusa e più favorevole alla crescita personale.

L’intervideazione non implica una deroga alle interazioni fisiche, carnali, né il loro abbandono. Il rapporto intimo al livello digitale programma e arricchisce gli scambi nei livelli caldi del mondo reale. Non riduci la ricchezza del contatto vocale-tattile con il tuo amante soltanto perché potete anche comunicare via telefono, via fax e via biglietti scritti a mano. Le interazioni a fiato caldo con gli amici tattili saranno più eleganti e più piacevoli con l’aggiunta dell’opzione della realtà digitale.

In futuro gli affari globali si svolgeranno lungo due direttrice diverse:

— la Cibernetica (gestione del cervello sinistro). Cartografare e colonizzare i datamondi digitali esistenti dall’altra parte dello schermo. Uso interpersonale del computer. Intervideazione con altri. Costruzione di info-strutture comuni. Protezione dei ciberspazi dall’invasione e dallo sfruttamento da parte di altri.

— La Psibernetica (gestione del cervello destro). Cartografare e colonizzare la prossima frontiera — il proprio cervello. Costruire info-ambienti nel proprio neuro- mondo, collegare il proprio neurospazio con quello altrui. Marketing, leasing e condivisione della propria potenza cerebrale con altri. Proteggere il proprio cervello dall’invasione e dallo sfruttamento dall’esterno.

Il business digitale sarà gestito da società multinazionali con sede in Giappone e in Svizzera che utilizzeranno i cervelli individuali come strumenti di lavoro. Allo stesso modo in cui gli schiavi, i servi della gleba e le prostitute erano costretti ad affittare i loro corpi nelle tre fasi storiche pre-digitali, il popolo del 2008 affitterà il proprio cervello. Buona parte del lavoro fisico sarà affidato a macchine automatizzate. Il lavoro fisico sarà considerato come una forma primitiva di schiavitù, e nessun umano sarà costretto da pressioni economiche o politiche e eseguire lavori muscolari e meccanici che possano essere meglio eseguiti da robot.

Nel Secolo XXI ci saranno ancora le vecchie sette giudeo-cristiano-musulmane ma avranno pochi poteri che vadano oltre il passatempo e il divertimento. La religione globale del futuro sarà incrementare l’intelligenza. Aumentare le realtà al minuto (RPM).

Le due funzioni principali di un essere umano sono il consumo e la produzione di pensiero. La nostra missione genetica è quella di ricevere, di elaborare e di produrre informazioni digitali.

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Mario Mancini
Mario Mancini

Written by Mario Mancini

Laureatosi in storia a Firenze nel 1977, è entrato nell’editoria dopo essersi imbattuto in un computer Mac nel 1984. Pensò: Apple cambierà tutto. Così è stato.

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